Pausa Caffè
Musica e cinema per andare oltre i surgelati
Pausa Caffè di Giorgio Pezzana
BIELLA – Una vecchia regola non scritta del giornalismo, suggerisce di evitare le autocitazioni. E non vale soltanto per ogni singolo redattore, ma anche per la testata o per ciò che la stessa riporta ai propri lettori.
Credo però di non compiere un peccato mortale tornando sulla proposta dell’ex sindaco di Biella, Vittorio Barazzotto.
La formulava proprio su queste pagine, con il suo intervento del 7 gennaio scorso, auspicando una riscoperta della cultura cinematografica laddove invece, quasi certamente, sorgerà l’ennesimo supermercato, cioè l’ennesimo non luogo, in una città che già ne possiede troppi se rapportati alle dinamiche demografiche più recenti. Mi piace l’idea di un qualcosa che non sia solo una sala cinematografica, ma anche un punto di ritrovo, soprattutto per i giovani; un luogo ove il cinema divenga non solo elemento di svago, ma anche di conoscenza, di apprendimento, di confronto, di cultura, uno spazio aperto alle immagini, ma anche alle idee ed al coinvolgimento di esperti del settore.
Ed uno spazio simile lo vorrei anche per la musica. Non una discoteca, ma un luogo ove si possa trasmettere ai giovani la storia della musica italiana ed internazionale, uno spazio ove fare musica a 360 gradi, quindi ascoltandola, ma anche dando spazio alla creatività con laboratori per lo studio di strumenti musicali o delle tecniche di registrazione o della comunicazione e promozione di eventi in qualche modo riconducibili alla musica.
Un qualcosa di simile aveva ipotizzato, diversi anni or sono, l’ex assessore Salivotti il quale, seppure con una troppo fugace intuizione, aveva intravisto in palazzo Ferrero, al borgo storico del Piazzo, un’opportunità di questo tipo. E qualche anno dopo, anche l’allora presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Luigi Squillario, aveva discusso con il sottoscritto (quale organizzatore di Biella Festival) e con il polistrumentista Gian Piero Pramaggiore, lo studio di un piano per dare vita ad una sorta di polo della musica a Città Studi ove inserire sale di registrazione, corsi dedicati allo studio della canzone italiana ed internazionale, laboratori musicali, eventi. Com’è finita a palazzo Ferrero lo sappiamo, mentre a Città Studi il progetto si arenò sul nascere perché avrebbe richiesto uno sforzo finanziario e gestionale in quella fase non sostenibile.
Cinema e musica rappresenterebbero un investimento pensato soprattutto per i giovani, un supermercato è invece garanzia immediata di incasso degli oneri di urbanizzazione. Sono scelte dalle quali si misura la lungimiranza di un’amministrazione.
Giorgio Pezzana
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