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Pausa Caffè

Se a pensare il futuro sono i pensionati

Pausa Caffè di Giorgio Pezzana

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Bollettino di guerra del fine settimana a Biella. Intanto la notizia della scarcerazione del marito dell’influencer Siu, italo-marocchina residente a Chiavazza, appena uscita dal coma, che sta scatenando polemiche a livello nazionale

BIELLA – Apprendo da più fonti di un convegno intitolato “Il futuro del Biellese nelle nostre mani” che si terrà il prossimo 25 febbraio a palazzo Gromo Losa, al borgo storico del Piazzo di Biella. La tematica è sicuramente attraente, ancor più in tempi come questi che sembrano offrirci l’immagine di un futuro colmo di incertezze. Leggo quindi i nomi dei relatori chiamati a questo confronto, certamente tutte figure illustri ed ognuno con specifiche competenze nel proprio settore. Approfondendo la ricerca sui singoli scopro però che il più giovane è prossimo alla cinquantina e gli altri sono ultrasessantenni ed oltre.

Rileggo il tema del convegno: “Il futuro del Biellese nelle nostre mani” e qualcosa non mi torna. Ho sempre pensato che il futuro di un territorio fosse nelle mani delle generazioni più giovani, di coloro che oggi frequentano le scuole superiori o l’università. Non di chi è prossimo alla pensione o è già un pensionato.

Certo, l’esperienza ha un peso determinante e l’esperienza matura con gli anni. Non sono certo tra quelli che vorrebbero gli anziani relegati in un angolo a far gomitoli di ricordi. Però, visto che si parla di futuro, perché non pensare di ascoltare anche il parere di chi il futuro lo ha ancora veramente tutto davanti a sé? Sarebbe bastato poco, un giro nelle scuole superiori ed a Città Studi, un incontro con docenti e presidi, per individuare un manipolo di ragazze e ragazzi in grado di manifestare le loro attese, le loro speranze, i loro auspici.

Sicuramente sarebbero giunte anche critiche severe e forse qualche suggerimento illuminante, visto da chi vive i propri anni con lo sguardo delle nuove generazioni. E forse ne sarebbe scaturito un confronto dialettico utile, più ampio, più condiviso. Ed invece, ancora una volta, si parlerà di futuro senza coloro che il futuro lo vivranno in prima linea, dicendosi le stesse cose che dicono coloro che il loro futuro lo hanno già vissuto e se lo stanno lasciando alle spalle.

E magari ci sarà anche chi qualche parola la spenderà per parlare dei giovani, tratteggiandoli come i grandi protagonisti del domani che verrà, ma lasciandoli relegati nei loro spazi ed in quelle che si pensa possano essere le loro utopie. Così si fanno i convegni colmi di autoreferenzialità. Ma così non si cresce..

 

Giorgio Pezzana

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2 Commenti

1 Commento

  1. Piero Fiorito

    2 Febbraio 2023 at 14:41

    Condivido pienamente il pensiero di Pezzana.
    Vero che l’eta’ porta ad una maturità’ ed anche ad una saggezza basata sull’esperienza di vita (non sempre pero 😊) ma gli autori principali sono le nuove generazioni, i giovani che si affacciano al mondo e alla vita con le loro aspettative e passioni.
    Che gli anziani maturi (io sono tra questi) siano consiglieri, co-autori di progetti pensati per le nuove generazioni.
    Purtroppo se si fa la lista dei capi di stato nel mondo…. gli anziani (over 70) sono una bella maggioranza.

    Piero Fiorito

  2. Paolo Castellin

    2 Febbraio 2023 at 20:11

    I miei nonni paterni mi dicevano un proverbio veneto che recita:”a siè ani s’è putei a sesanta sempre quei”(a sei anni si è bambini a sessanta sempre quelli) pertanto andranno benissimo anche i partecipanti all’ennesimo convegno sul futuro del biellese…a sognare non costa nulla.

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