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Cronaca

“Il trauma cranico potrebbe aver innescato le crisi che hanno portato Brahim Kamel al coma e alla morte”

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BIELLA – Potrebbe esserci un nesso causale tra il trauma cranico subito da Brahim Kamel, caduto dopo essere stato colpito al volto durante la lite con un giovane vicino, e la sua successiva morte, avvenuta dopo sei giorni di ricovero all’Ospedale degli Infermi di Ponderano.


E’ ancora presto per sbilanciarsi, perché il dottor Matteo Moretti, professionista dell’Università di Pavia che ha eseguito l’autopsia su incarico della Procura di Biella, si è preso due mesi di tempo per depositare la relazione, ma dai primi dettagli emersi nei giorni scorsi questa ipotesi sembrerebbe aver acquisito maggiore concretezza.


All’appello mancano ancora diversi passaggi, come l’esito dell’esame istologico, dai quali emergeranno ulteriori indicazioni sullo stato dell’encefalo e del cuore del 67enne, ma i primi accertamenti suggeriscono un possibile collegamento tra il trauma cranico rimediato battendo la testa a terra nella caduta, seppur apparentemente non gravissimo, e le successive crisi epilettiche, delle quali Kamel non avrebbe mai sofferto in precedenza, che nei giorni seguenti avrebbero aggravato le condizioni dell’uomo, risultando fatali per il suo cuore, conducendolo al coma e infine alla morte.
All’autopsia del dottor Moretti ha assistito anche il medico legale Pierluigi Baima Bollone, consulente di parte nominato dagli avvocati Tiziana Porcu e Monica Grosso, legali dei familiari di Kamel. Le risultanze ovviamente saranno poi esaminate anche dalla dottoressa Silvia Visonà, perito di parte incaricato dall’avvocato Claudia Botto Steglia, che assiste Marco Becker Coffi Padel, il 19enne che ha colpito Brahim al volto durante la lite e che è indagato per omicidio preterintenzionale.

Su un binario parallelo, nel frattempo, proseguono le indagini degli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dal sostituto procuratore Paola Francesca Ranieri.
Nella mattinata di sabato 5 dicembre, gli uomini del commissario capo Castrenze Cagliari hanno arrestato il 19enne, in esecuzione della misura cautelare emessa nei suoi confronti dal giudice per le indagini preliminari, che ha disposto per il ragazzo i domiciliari.


Lunedì scorso Padel, che fin dal primo intervento della polizia dopo la lite aveva ammesso di aver colpito il 67enne, sostenendo di averlo fatto nel timore di essere aggredito a sua volta, è stato ascoltato dal magistrato nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Il ragazzo ha risposto alle domande, fornendo la propria versione dei fatti. Avrebbe raccontato come sono andate le cose dal suo punto di vista: la lite sarebbe nata con un altro vicino, che gli contestava l’uso del garage sfitto, il signor Kamel sarebbe intervenuto in un secondo momento nella discussione. Padel avrebbe confermato di aver dato lo schiaffo, dopo essere stato provocato, ma non con una forza tale da provocare una caduta, caduta che ancora non riuscirebbe a spiegarsi.


Ulteriori indicazioni su quanto realmente accaduto quel giorno arriveranno dalle testimonianze degli altri vicini di casa che hanno assistito alla discussione, una banale lite tra condomini degenerata e culminata con il peggiore degli epiloghi possibili.

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1 Commento

1 Commento

  1. Francesco

    16 Dicembre 2020 at 7:40

    Boh

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