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Coronavirus Biella: «L’assistenza domiciliare è quasi inesistente»

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BIELLA – «All’ospedale funziona tutto alla perfezione, come un orologio svizzero, l’assistenza domiciliare invece è praticamente inesistente».
Le difficoltà di un sistema nuovamente alle prese con l’emergenza sono tutte nelle parole di Giulia (il nome è di fantasia, la storia no), giovane biellese alle prese con l’esperienza diretta del Covid-19: lo hanno contratto sua madre, suo padre e il suo compagno. E’ positiva anche lei, lo ha scoperto soltanto ieri.
«Sono un’operatrice sanitaria – racconta – e credo di averlo preso al lavoro, in casa di riposo, dove una collega è risultata positiva. Fortunatamente, a parte noi, nessun altro risulta essere stato contagiato. Io ho iniziato ad accusare i sintomi circa una settimana dopo di lei. Mi è salita la febbre e ho perso gusto e olfatto».
Subito ha dovuto affrontare il primo ostacolo: riuscire a fare il tampone.
«A una settimana dalla richiesta fatta dal mio medico curante, ancora non mi era stato comunicato nulla – spiega -. Domenica sono finalmente riuscita a prendere la linea con l’Usca, che ha fissato l’appuntamento al drive-in per me e per mia figlia il giorno successivo. Oggi mi è arrivato l’esito: io positiva, mia figlia negativa».
Nel frattempo, però, si erano già ammalati altri familiari.
«Un paio di giorni dopo di me – prosegue – è stato male anche il mio compagno. Aveva poca febbre, ma faticava a respirare, così abbiamo chiamato il 118. All’ospedale gli hanno diagnosticato una polmonite bilaterale ed è risultato positivo al Covid. Visto che fortunatamente non è grave, è stato rimandato a casa. Gli hanno raccomandato riposo assoluto. Nel referto c’era anche scritto che sarebbe stato seguito da personale dell’Usca, ci hanno spiegato che ogni due o tre giorni sarebbe passato un medico a controllare le sue condizioni e la saturazione. A distanza di una settimana non si è né visto, né sentito nessuno. Nessuno si è più fatto vivo».
Ed è questo l’aspetto che Giulia ci tiene a sottolineare, quello dell’assistenza domiciliare mancante: «Ho anche provato a contattare l’ente preposto – continua – e ho parlato con una dottoressa molto gentile. Mi ha detto che purtroppo in quel momento erano solo in due: lei, che stava rispondendo alle telefonate, e un collega che era impegnato con le Rsa, che giustamente hanno la precedenza. Il fatto è che anche i medici di base, in teoria, non fanno visite domiciliari ai malati di Covid perché devono preservare la salute degli altri pazienti. Quindi, se l’assistenza domiciliare non funziona, diventa un grosso problema».
Purtroppo il Covid-19, tra l’altro, ha colpito anche i suoi genitori: «Mio padre è stato ricoverato dopo cinque giorni di febbre – conferma -, anche lui ha la polmonite. Mia madre invece aveva sintomi più lievi, quindi è rimasta a casa da sola. Il tampone le è stato fatto a dieci giorni dalla richiesta e anche lei non ha ricevuto né visite domiciliari, né telefoniche. Il fatto che l’assistenza domiciliare sia così carente va denunciato, perché per i malati di Covid che rimangono isolati a casa una visita è letteralmente ossigeno: è l’unica cosa che tiene a bada la paura e consente di vivere in maniera serena la malattia».

Foto di Martina Santimone

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2 Commenti

1 Commento

  1. Francesca

    10 Novembre 2020 at 9:52

    Purtroppo ti capisco benissimo…lo stato invece di investire soldi sui nostri medici/infermieri/oss ha preferito investire sulle bici monopattini e bonus vacanze…
    Ormai siamo abbandonati a noi stessi, per colpa dello stato.
    Forza spero che tutti voi possiate guarire il prima possibile…
    Un abbraccio

  2. Baldo

    10 Novembre 2020 at 13:06

    E, ma, però, sé, comunque, ecco le risposte. Un nostro vicino oltre ad avergli diagnosticato un Tumore ai polmoni, si é preso anche il Covid19, lui 75 anni in Ospedale la moglie 73 a casa da sola, nessuno ma nessuno é passato x chiederle sé avesse bisogno di qualsiasi cosa, piangendo ci ha chiesto sé andavamo a comprarle 3/4 pagnotte e un litro di latte x mangiare, visto che in quarantena è non hà dimestichezza con Internet e tecnologie varie. Che dire…… VERGOGNA

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