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Caro Babbo Natale, lascia perdere grazie

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BIELLA – Caro Babbo Natale ciao, sono un biellese medio, ti scrivo tutti gli anni chiedendoti cose inutili, superflue e ovviamente gratuite o a prezzo ridotto, sono sicuro che purtroppo ti ricordi di me. Quest’anno sarà diverso però, non cercherò di elemosinare baggianate per appagare il mio senso di appartenenza, non proverò a sfruttare il momento per richiedere cose banali di cui potrei fare a meno.


È stato un 2020 difficile caro Babbo Natale, iniziato in sordina come tutti gli anni passati, tra lamenti per i botti di capodanno e le solite ovvietà che tanto ci piacciono.
L’anno scorso ti ho chiesto qualcosa che movimentasse una città per molti morta e sepolta e sono stato, purtroppo, accontentato.
Ci hai messo impegno non c’è dubbio, ed è stato un lento crescendo di colpi di scena, dubbi e perplessità che avrebbero spiazzato chiunque.

Caro Babbo Natale, quando ti ho chiesto più emozioni e più vita cittadina non intendevo questo, siamo passati da “è solo un’influenza, rischio di più ad andare a Oropa in t-shirt” per poi illuderci che “tanto a Biella non arriverà nulla, ci snobba pure il virus”, e in un attimo, senza quasi rendercene conto eccoci “Tutti a casa, tranne quelli in coda all’Esselunga”, per poi urlare “Il comune non ci consegna le mascherine” e dopo qualche settimana “Il comune ci obbliga a mettere le mascherine” ma finalmente a giugno siamo usciti e come prima cosa, siamo andati in coda da McDonald, luglio è andato un po’ meglio e il virus, per un attimo, è sembrato solo un brutto ricordo, così siamo tornati a pensare alle cose serie come la funicolare ed è arrivato Agosto, Tutti al mare, tutti in montagna, tutti in discoteca, tutti a Oropa.


Il peggio sembrava passato caro Babbo Natale e cominciavo a pensare che sarebbe stato meglio non chiederti niente.
Settembre è sembrato quasi normale, infatti i bimbi sono tornati finalmente a scuola e le attività, che lentamente ripartivano, mi hanno fatto ben sperare.


Ma da buon pessimista non mi sono sbilanciato più di tanto, ottobre è stato solo il preludio a un nuovo momento difficile ma questa volta il biellese medio non si è fatto cogliere impreparato e infatti, orfani di attenzioni nazionali non ci siamo fatti mancare il fenomeno di turno che, per un po’ di visibilità, ha messo in dubbio il lavoro di sanitari e personale medico, ti prego Babbo Natale non prenderlo troppo sul serio, non siamo tutti così.
Novembre e dicembre sono stati difficili per noi, tra apri e chiudi, tra “tu sì e tu no” per motivi ignoti ai più, stiamo cercando di portare a casa questo 2020 nel modo più dignitoso possibile.


Quindi, ricapitolando, caro Babbo Natale, quest’anno non portarmi nulla, amici come prima e se passi da Biella tira dritto che di sorprese ne abbiamo già avute abbastanza.

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