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Basket d’antan al cioccolato: Gelati Cecchi Biella, gusto Rudy Bennett!

Nel suo “Punto Esclamativo” Corrado Neggia ha ricordato le gloriosa gesta dell’antesignana di Pallacanestro Biella

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BIELLA – Se Pallacanestro Biella aspetta con ansia la versione luxury del duo Steven Davis&Kenny Hasbrouck, dai sepolcri mai impolverati delle cronache social spunta una traccia che fa riesumare il basket d’élite vissuto all’ombra del Battistero. Benedetto sia internet! Ma andiamo con ordine. Rudy Bennett non fu un americano qualunque nella storia del basket biellese. Fu l’Americano! Il campione della Libertas in A. Bennett giocava nel Vichy. Il coach laniero Sergio Curinga lo visionò in Coppa Europa e ne rimase stregato, tanto che Biella si presentò ai nastri di partenza del 1970/71 con questo straordinario performer nel roster. Rudy strabiliò tutti con i suoi bottini (punti e rimbalzi) e la strabiliante predisposizione a giocare spalle a canestro. Purtroppo non bastò ad evitare la retrocessione, ma Biella si prese “dolci” soddisfazioni. Non a caso il team era griffato Gelati Cecchi. E Rudy Bennett fu il gusto al cioccolato. Il dolce si abbinò all’amaro nel 2011, quando si fece stoppare a 65 anni da un arresto cardiaco nella “sua” Ginevra, neppure troppo lontano dall’altrettanto “sua” Biella.

Un tesoro nascosto”. E’ in questi termini che Stefano Cecchi, terza generazione del celebre brand, definisce un baule sepolto in una cantina di Romano Canavese, dove viveva la vedova di Gabriello. Estrapolo dal racconto così amabilmente scritto e incastonato sulle pagine web (www.gelaticecchi.com): “Una mattina io e papà Raimondo trovammo una chiave. Era allacciata a una medaglietta di Sant’Antonio da Padova e a un piccolo crocefisso d’oro da cui Gabriello non si separava mai. Quella chiave stava in cucina da 15 anni: nonna non era mai riuscita a trovare la serratura giusta. Mi tornò in mente un baule da viaggio, di quelli che usavano una volta, in cuoio e tela, con le iniziali stampate accanto alla serratura, G.C., Gabriello Cecchi. Da bambino giocavo in quella cantina, la chiamavo la stanza dei fucili perché nonno ci teneva le armi con cui cacciava. Il baule era chiuso con un minuscolo lucchetto, che la minuscola chiave aprì. Ci trovai dentro tutta la vita della Gelati Cecchi: appunti, lettere di Teofilo Sanson, fotografie, ritagli di giornali e…”. Da quei puntini di sospensione che hanno il potere di far vibrare il cuore, si può intuire che rivide la luce del sole pure la canotta della Gelati Cecchi Basket Biella. Firmata Rudy Bennet! Oltre allo sponsor c’è di più!! Tanti applausi!!!

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