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Il circo, un’opportunità non un obbligo

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Bollettino di guerra del fine settimana a Biella. Intanto la notizia della scarcerazione del marito dell’influencer Siu, italo-marocchina residente a Chiavazza, appena uscita dal coma, che sta scatenando polemiche a livello nazionale

BIELLA – Arriva il circo Medini a Biella. E già gli animalisti sono sul piede di guerra. Pare però siano stati un po’ precipitosi perché il circo Peppino Medini non ha animali, contrariamente a quello del fratello Alex con il quale è stato evidentemente confuso. Tutto ciò offre comunque lo spunto per qualche riflessione. I circhi, tra la seconda metà dell’800 ed i primi decenni del ’900 rappresentavano, per la maggioranza della popolazione, un’occasione unica per osservare da vicino i cosiddetti animali “esotici” (tigri, leoni, elefanti, cammelli, zebre, giraffe…).

Cioè provenienti da continenti lontani. Rappresentavano insomma un’autentica attrazione che con il tempo si è trasformata in una ingiustificata detenzione. Documentari e possibilità di spostamenti sempre più agevoli consentono oggi, a chi lo desidera, di conoscere da vicino anche gli animali più rari.

Il principio degli animalisti quindi è giustissimo: occorre far si che gli animali spariscano dai circhi. E’ necessario però che ciò avvenga con gradualità, senza più rimpiazzare gli animali che, poco a poco, cesseranno di vivere. L’idea di aprire le gabbie per dare in qualche modo la libertà agli animali che non l’hanno mai avuta, corrisponderebbe ad una condanna perchè nessuno di quegli animali sopravviverebbe neppure se fosse portato nel suo habitat naturale. Tigri, leoni, elefanti, nati in cattività, hanno bisogno dell’uomo perché la cattività è l’unica dimensione di vita che conoscono e senza chi li alimenta e li accudisce morirebbero in pochi giorni.
Quindi, giusto dire basta agli animali nei circhi, ma con razionalità e buon senso.

Quel buon senso che non ha dimostrato l’assessore Gigliola Topazzo che pare abbia promesso di vigilare sull’osservanza delle norme riguardanti l’attività circense e che, in caso di presenza di animali, lo avrebbe fatto “sbaraccare”.

Un atteggiamento immotivatamente ostile che non tiene conto del fatto che un circo è un’impresa che dà lavoro a decine di persone che hanno gli stessi diritti di qualsiasi altro lavoratore. Quindi, delle due l’una: o si nega la disponibilità dell’area ove il circo dovrebbe essere allestito, oppure lo si accoglie come un’opportunità di svago per tutta la cittadinanza. Alzare la voce ancor prima di conoscere la realtà è una patetica prepotenza.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Pier Giovanni Malanotte

    18 Gennaio 2024 at 11:14

    e se ha osservato tutte le leggi perché non permettere di dare spettacolo ?

  2. Steap63

    20 Gennaio 2024 at 8:12

    I cosiddetti animalisti dovrebbero girare per la Provincia a cercare gli animali maltrattati, i cani legati alla catena e lasciati a sé stessi, trattati come soprammobili, a cercare chi gira con i cani slegati i bovini allevati in modo irresponsabile, abbandonati a sé stessi in alpeggio etc.etc… visto che i comuni che dovrebbero occuparsene sono inadempienti.

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