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Un giorno dei defunti che è servito per riflettere

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Tanti soldi, poca sanità

BIELLA – Il Biellese si è preparato alla celebrazione dei defunti. A Biella gli 11 cimiteri presenti, quello principale più i dieci rionali, hanno tenuto i cancelli aperti dalle 7.30 alle 17.30. In tutto il Biellese, nessuna celebrazione religiosa è stata consentita nei campisanti.

Solo con mascherina e distanziati abbiamo potuto rendere omaggio ai nostri defunti, come ormai siamo abituati da qualche tempo. Il Covid non insidia solo i nostri polmoni, ma si insinua nelle consuetudini più radicate di ognuno di noi, stravolgendole spietatamente, facendoci avvertire stanchezza e smarrimento.

Mai come quest’anno, il giorno dei defunti, pur senza riti ecclesiastici, ci ha aiutati a riflettere sulla portata degli eventi che stiamo vivendo e a soppesare le nostre preoccupazioni con le storie dei nostri morti, vissuti in epoche generalmente più travagliate e drammatiche della nostra.

La riflessione è un’arma per non cedere all’angoscia e alla paura, fomentate da un’informazione dai toni apocalittici, contrappasso dell’illusione estiva di esserci liberati dal virus, grazie a bonus surreali o al dispendio di risorse per l’acquisto di banchi a rotelle, quando invece avrebbe aiutato, e molto, prestare più attenzione ai trasporti, principali veicoli del contagio autunnale.

Per Marguerite Yourcenar, l’introspezione è uno dei migliori esercizi che un uomo possa fare per conoscere e per conoscersi.

Per uscire dal loop in cui ci siamo avvitati, dove ognuno è propenso a sfogarsi senza idea della soluzione e scaricando le proprie paure nella rabbia, esercitare la propria capacità introspettiva ci aiuterà a ristabilire un equilibrio, per creare le condizioni necessarie alla costruzione di un futuro meno plumbeo di come ci appare oggi.

Vittorio Barazzotto

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