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Quei bravi ragazzi

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BIELLA – Nel 1990 Martin Scorsese diede alla luce uno dei suoi più grandi capolavori cinematografici, con un cast di prim’ordine e una sceneggiatura da Oscar che racconta le gesta di un gruppo di persone dall’apparenza benevola che, spinti dalla smania di potere, fanno di tutto per il proprio tornaconto personale. Ovviamente non si vogliono fare paragoni con quella vicenda.

Che, nulla a che vedere con la nostra attuale, se non nel titolo e in qualche leggera sfumatura, ed è proprio su quello che ci soffermeremo oggi.


Chi sono a Biella quei bravi ragazzi?
A quanto pare ne abbiamo fin troppi e basta cambiare prospettiva e punto di vista per capirlo.
C’è l’opposizione, nella fattispecie “Biella al centro” che galvanizzata dal riposo forzato da lockdown ha rincominciato ad attaccare Lo Re Claudio senza esclusione di colpi.
Seab, soldi stranamente avanzati e mal gestiti, gite improbabili sui colli innevati, ribaltamenti, scatti rubati e mocassini quattro stagioni.
“Fanno solo il loro dovere”, tuona qualcuno, quello di opporsi all’attuale giunta, con metodi spicci, burleschi, quasi comici e lo fanno per quella fetta di Biella che in fondo li ha quasi fatti vincere alle passate elezioni e che magari li ripagherà al prossimo giro.


Poi c’è il Piddì o quel che ne resta, perché a conti fatti sono un po’ come quei personaggi da dopo pranzo con Barbara d’Urso, quelli che tutti sanno che esistono ma nessuno ne ricorda il nome, però, almeno, non fanno troppi danni (hanno già dato), comparse di un film ad alto budget che si agitano pigramente in secondo piano, giusto per farci notare che esistono, quindi in fondo forse e dico forse, sono loro quei bravi ragazzi.


Infine abbiamo i più gettonati, i più conosciuti, i più chiacchierati, i bravi ragazzi dell’amministrazione comunale, sempre in prima linea, tra uscite plateali, dirette Facebook, selfie a tutte le ore, quelli che la città ha imparato (suo malgrado) a conoscere in ogni forma e sostanza, quelli delle figuracce nazionali, delle decisioni di pancia, delle inaugurazioni inutili, quelli a cui bisogna sempre e comunque perdonare tutto, perché in fondo lavorano per il bene comune, si impegnano, fanno qualche cazzata (qualche) ma cosa vuoi che sia, meglio loro di quelli prima, è sempre pronto a ribadire qualcuno, quelli che, lasciateli lavorare, sono persone semplici, disponibili e genuine, insomma, bravi ragazzi.


Ma davvero basta questo? Davvero basta essere bravi ragazzi per guidare una città? Sinceramente, se dovessi scegliere tra essere curato da un medico competente, preparato, burbero e un medico simpatico, sceglierei il primo e terrei il secondo per le serate al pub, però, i pub sono chiusi e allora avanti così, diamo un’occasione ai simpatici che se anche non sono preparati, si impegnano, ce la mettono tutta e ci fanno sorridere.
Sono bravi ragazzi? Forse e visto che a quanto pare, tanto ci basta, tanto ci meritiamo.
Sipario.

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