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Attualità

Quando striscia la tristezza

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BIELLA – Come si vive in una città in cui non succede nulla e quel nulla per molti è tutto? Semplice, si vive estremizzando ogni problematica e portandola all’eccesso ed è così che si diventa città creativa, città dei paradossi, città dove Striscia la notizia e le Iene sono di casa. Se per qualcuno questa può apparire come una cosa buona, una cosa utile, una finestra sul mondo, ci spiace deluderli ma non è così.

Perché i noti programmi satirici, politici o di pseudo denuncia sociale, come vogliono farci credere, in realtà non arrivano qui spinti da chissà quale spirito di giustizia, vengono a Biella solo per testimoniare il ridicolo, il bizzarro, l’anomalo che fa audience, i fenomeni da baraccone che catalizzano l’attenzione all’ora di cena e tutto ciò che è imbarazzante.

Questa città ha tante belle cose da offrire, molte potenzialità e una storia interessante alle spalle, fatta di innovazioni, primati ed esclusività ma nonostante questo, il mondo ci ricorda principalmente per Aiazzone e per le figure di merda, il che non è molto edificante.

Ci spiace che molti si sentano quasi importanti quando Capitan Ventosa, vestito di ridicolo, parla di noi in tv, io ad essere sincero me ne vergogno un po’ perché il detto “parlarne bene o parlarne male, l’importante è parlarne” funziona solo se ogni tanto c’è anche qualcosa di bello da dire e non è il nostro caso, a meno che non troviate bello e divertente un sindaco che si ribalta con l’auto della protezione civile, in quel caso allora, forse, il vero problema non è Biella, ma certi biellesi che a quanto pare preferiscono il ridicolo nazionale all’anonimato normale.

La Biella che piaceVa

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