Attualità
Il Toro dice no a Biella, meno male
BIELLA -Il Toro dice no a Biella. Dopo i mille proclami della giunta, con il buon Giacomino immortalato provetto giardiniere intento a innaffiare il campo, dopo il sindaco e le sue dirette ottimistiche basate sul nulla, sventolando foto di restauri vari fatti in tutta fretta, la società Torino calcio ha dato forfait, no grazie, restiamo a casa, saluti e baci.
Ma, ma, ma come mai hanno snobbato Biella?
Uno squadrone così forte, ancora carico di entusiasmo dopo gli strabilianti risultati ottenuti lo scorso campionato, tronfi della posizione in classifica guadagnata a suon di cocenti sconfitte, gestiti da un presidente che non ne sbaglia una (infatti, non una, ma molte di più) si sono arrogati la presunzione di non ritenere la nostra città alla loro altezza?
In effetti, parliamoci chiaro, noi saremo anche un paesotto sfigatello ma sicuramente non così sfigatello come una squadra di calcio che avanza pretese che manco il Barcellona.
Si vocifera di richieste fuori dal comune, lamentando anche la scarsa qualità del manto erboso, quando tutti sappiamo che Moscarola ha passato le ferie a pettinare il campo pulendo i fili d’erba uno ad uno seguendo le indicazioni di Mastro Gaggino, parrucchiere pelato non a caso.
Ma facciamo un passo indietro.
Analizzando la posizione attuale del Toro nel panorama calcistico, avrebbero potuto tranquillamente chiedere di essere ospitati al Polivalente di Mongrando, sarebbero stati sicuramente ben accolti, sappiamo tutti benissimo come il sindaco Filoni sia particolarmente sensibile alle cause perse e ai disadattati (tifando Lazio poi ha una marcia in più in quanto a casi umani).
Li avremmo visti bene allenarsi nel campetto dietro le scuole medie, tra una birra e un panino gentilmente messi a disposizione dal bar Olaf. Invece, dopo averci snobbati, resteranno in città, a far la preparazione atletica allo stadio Filadelfia, un catafalco che resiste grazie al suo passato, un po’ come il Torino calcio, ma in fondo forse è meglio così, che di perdenti in città ne abbiamo fin troppi.
La Biella che piaceVa
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