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Nun te reggae più e voto “sì”

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BIELLA-A leggere l’endorsement quasi unanime della politica biellese a sostegno del no al prossimo referendum sul taglio dei parlamentari mi è affiorata alle labbra una canzone di Rino Gaetano: ‘Abbasso e alè, abbasso e alè con le canzoni, senza fatti e soluzioni… il maschio forte, i ministri puliti, i buffoni di corte, ladri di polli, super pensioni (nun te reggae più), ladri di stato e stupratori, il grasso ventre dei commendatori… auto blu, sangue blu… Fi e Pd nun te reggae più, Fdi e m5s nun te reggae più, Fdi e Lega nord nun te reggae più… eya alalà nun te reggae più.
E’ sufficiente attualizzare le abbreviazioni dei partiti nel testo ed è evidente come Rino Gaetano, un cantautore di razza, sapesse leggere 50 anni or sono il proprio tempo come esattamente speculare al nostro perché l’Italia è un Paese inamovibile nei suoi privilegi politici e con un Parlamento che deforma ogni promessa da settant’anni e non si riforma mai.

L’Italia repubblicana che mai riuscì a processare e rescindere tutti i legami col proprio passato del fascismo dittatoriale, partorì una sola figlia irreprensibile classe ’46 che fu l’assemblea costituente vestita dei suoi 139 articoli. Da lì in poi a chiamare quella italica una democrazia compiuta ci va uno sforzo di fantasia che a noi italiani non fa difetto.
Dimentichiamo per un attimo l’ipocrisia dei molti partiti che hanno votato col vento dell’anticasta in poppa il taglio dei parlamentari e ora che col probabile sì al referendum spariranno davvero 700 chiappe da far sedere a Roma predicano il contrario, mettendoci in guardia sui pericoli per la rappresentatività democratica.
Cari parlamentari ed ex, ma davvero non riuscite mai a immedesimarvi e a porvi le domande che si pongono davanti al seggio la donna e l’uomo qualunque come me? Il rischio democratico che voi paventate è reale e fate bene a ricordarcelo esattamente come l’elettore mediamente informato si ricorderà che quasi mai ci avete dato possibilità di scegliervi nominalmente col voto, in quella cabina molti elettori di ogni generazione si rammenteranno di un filotto interminabile come un rosario dal ’48 ad oggi di scandali, anime nere, stragi di Stato, commissioni parlamentari inutili, costose ed eterne, consulenze a pioggia, condannati eletti e rieletti, immunità parlamentare per tutto e tutti, finanziamenti ai partiti, assenteismo diffuso, sanatorie, scudi fiscali, maxi tangenti, le risse da far west in aula, i vitalizi inamovibili come la spada nella roccia, i cambi di giacca, i franchi tiratori, mancano solo i blues brothers e le cavallette e può calare il sipario sul vostro teatro da burattini schiavi dei segretari di partito.
Con queste premesse, in cabina pochi o nessuno si ricorderanno di chi il parlamentare lo ha vissuto con il giusto spirito di servizio. Può darsi che mi sbagli ma l’occasione unica e irripetibile di brandire quella matita a mo’ di spada e sciabolarvi 345 poltrone la useranno in molti e al diavolo la rappresentatività.
Ma la spada, cari parlamentari ed ex, in settant’anni l’avete affilata voi.
Nun te reggae più.
Benni Possemato

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