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Biella, la città del NO

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BIELLA – Sarà un inverno molto intenso a Biella tra sospetti, infamie e vicini di casa spioni. Nel frattempo quei pochi locali che sono riusciti a sopravvivere al primo lockdown si avviano verso un periodo ancora più difficile tra chiusure forzate e norme confuse.

Si leggono notizie allarmanti di orari ridotti, gestioni improvvisate e soluzioni al limite dell’impensabile che neanche un anno fa avrebbero fatto ridere solo a pensarci e si alzano imperiosi i cori del No.
Mascherina, distanziamento e regole sono doverose lo sappiamo, come anche il senso civico che bisognerebbe avere, ma come in ogni cosa ci vuole la giusta misura e in tutto questo marasma di regole e regolette non si capisce bene la posizione di chi dovrebbe controllare.
Bere in piedi No, ammassati nei pullman sì e quando si fa notare che bisogna differenziare le cose, che non è tutto uguale, ti risponderanno ancora una volta No.

Poi ci sono quelli che chiamavano vigili, polizia, carabinieri, esercito, gli Avengers, per i rumori molesti alle 21:30 molto prima del Covid e ora abbiamo capito a cosa miravano, si stavano semplicemente allenando in attesa del nuovo DPCM, i No della vecchia guardia.
A Biella notizie su reclami e denunzie sono sempre stati un must di cui non si va particolarmente fieri, eppure erano/sono all’ordine del giorno, ed è solo l’inizio, ed è solo un altro no.

In tutto ciò, come se non bastasse, ci si è messo anche l’esercito, a sparare bombette in Baraggia e chi ha qualche capello bianco ricorderà come fosse una cosa abituale molti anni fa, ma ai nostri tempi la si prendeva con più sportività, anzi era quasi un evento, carri armati, camionette e militari a spasso per Candelo, che in libera uscita contribuivano anche a un certo indotto nel commercio locale, adesso invece è ancora una volta no. Ormai è tutto un dramma, tutto un fastidio, No a questo, no a quello, no ai tentativi di miglioramento, no alle normative atte a dar respiro alle attività, prolungando ad esempio i dehors gratis per i locali in centro, No, inutile, non serve a nulla, non serve a nulla quello, non serve a nulla il resto, Biella città del No e non c’entrano i social, che hanno solo amplificato questa mentalità.

È innegabile, siamo fatti così, purtroppo o per fortuna e se lo fai notare risponderanno che non è vero, risponderanno ancora una volta con l’ennesimo No.

La Biella che piaceVa

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