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“Per come correvi i Vertical, al Paradiso arriverai in un attimo”
Tante le testimonianze e i ricordi per Maurizio Fenaroli, il runner di 45 anni morto dopo un volo di 200 metri dal monte Bo durante una sessione di allenamento.
Tante persone per l’ultimo saluto
La tragedia era avvenuta lo scorso fine settimana quando era uscito per allenarsi; è stato trovato soltanto una settimana dopo. Nei giorni scorsi in tanti hanno partecipato alla corona che si è svolta nella chiesa parrocchiale di Ponzone e al funerale a Piediavallo. Maurizio Fenaroli era originario del Triverese dove abitano ancora i fratelli. Si era trasferito a Piedicavallo, ma continuava a rimanere legato ai suoi territori.
Il recupero della salma
La salma del runner disperso nel biellese è stata recuperata sabato pomeriggio dalle squadre di soccorso impegnate nelle ricerche (TROVATO IL CORPO DI MAURIZIO FENAROLI). Si trovava tra la cima di Bo e il monte Manzo, dove era probabilmente precipitato durante la sua uscita, a una quota di 2200 metri circa. Il ritrovamento è avvenuto in tempi piuttosto rapidi considerando la mancanza di informazioni grazie all’ottima collaborazione tra enti intervenuti: Soccorso alpino e speleologico piemontese delle delegazioni Biellese e Valsesia, vigili del fuoco con l’elicottero Drago di Torino che ha effettuato il recupero, Soccorso alpino della guardia di finanza delle caserme di Alagna Valsesia e Domodossola, Croce rossa italiana e Protezione civile.
Già venerdì carabinieri, vigili del fuoco e Soccorso alpino avevano svolto un primo sopralluogo. Erano riusciti a sapere che era uscito di casa per andarsi ad allenare (LEGGI ANCHE: CANI MOLECOLARI PER CERCARE MAURIZIO FENAROLI. Stava preparando una delle tante gare in montagna in cui era protagonista. Solo sabato è stato possibile trovarlo. Per lui non c’era più nulla da fare, il volo di 200 metri durante la sua sessione di allenamento gli è stata fatale.
L’amore per la corsa in montagna
La corsa in montagna era la sua specialità. Fenaroli era sempre stato appassionato di sport, ma negli ultimi anni si era specializzato nelle corse in montagna mettendo alla prova il suo fisico. Era stato protagonista alla Coggiola-Monte Barone, ma anche al Trail dell’Oasi Zegna. Inizialmente era tesserato per il Gse Zegna, ma dopo le prime importanti vittorie anche in competizioni di livello era arrivata la chiamata del team Kratos per cui continuava a correre.
“Amava la montagna per la sua natura selvaggia, come lui”
Come detto da qualche anno faceva parte del team Kratos che così l’ha voluto ricordare:
«Abbiamo impiegato un po’ di tempo per metabolizzare l’accaduto. La morte interviene per spostare la Vita in un’altra dimensione, allorchè nell’attuale non sussistano più i requisiti per poterla esprimere. È un po’ come essere promossi e cambiare classe… e fin qui tutto bene. Ma la morte, così come la nascita, genera emozioni e l’emozione è forte. Maurizio era sicuramente anticonvenzionale nel suo modo essenziale e semplice di esprimere la Vita. Amava oltremodo correre in montagna, perché in quel contesto la Natura è selvaggia…come lui… selvaggio non è sinonimo di cattivo, ma semplicemente al naturale, “non coltivato” e pertanto viveva lontano dalle città, perché lì non riusciva a sentire il respiro della Natura. Certamente discutibile, perché viviamo in un mondo soggettivo, dove ognuno è libero di interpretare la sua parte come meglio può. Si, come meglio può, perché molte volte non c’è possibilità di scegliere, in quanto le possibilità diventano circostanze e queste ultime determinano la fattibilità, determinano l’azione, ma questo è anche un ciclo inverso. Non che sia impossibile cambiare questo corso, ma insieme ad un po’ di fortuna serve poter vedere il quadro d’insieme. La Vita, nella sua semplicità primordiale, è stata resa complessa da Noi Uomini. Maurizio, nonostante molti lo criticassero per ciò che lui aveva possibilità di essere, era una persona con un gran cuore che credeva fortemente nell’amicizia e in questo modo vogliamo ricordarlo. Tutti insieme, un bel brindisi ad un nostro carissimo amico: Maurizio Fenaroli …per come correvi i vertical… al paradiso arriverai in un attimo».
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