Sale & Pepe
Sotto elezioni a caval donato non si guarda in bocca
Così recita un vecchio modo di dire che invita a non fare troppi distinguo quando ricevi un regalo
Sotto elezioni a caval donato non si guarda in bocca. Così recita un vecchio modo di dire che invita a non fare troppi distinguo quando ricevi un regalo.
Sotto elezioni a caval donato non si guarda in bocca
A caval donato non si guarda in bocca, recita un vecchio modo di dire che invita a non fare troppi distinguo quando ricevi un regalo. Regalo che può avere tante forme, da una promozione ad un incarico di sottogoverno, ad un ruolo in qualche partecipata. Il ventaglio delle possibilità è piuttosto ampio quando si tratta di campagne elettorali che, a Biella più che altrove, sono sempre cariche di sorprese e alleanze last minute.
Cambio della guardia
In ogni caso, nell’uovo di Pasqua Biella ha trovato una bella sorpresa in vista delle prossime elezioni amministrative di giugno. Un cambio della guardia nelle candidature a primo cittadino nel centrodestra, una giovane mamma candidata (era ora) nelle fila del centrosinistra. E, ultimo ma non ultimo, un nuovo possibile fronte delle liste civiche che dopo essersi separate potrebbero ritrovarsi in una soluzione unitaria condivisa. Sapremo molto presto in quale direzione ciascuno di questi fronti evolverà in ottica di programmi, alleanze, squadre di governo. Si poteva fare di più? Biella avrebbe meritato di più? Questo è un tema ricorrente ogni qualvolta ci si confronta con appuntamenti elettorali che sono per loro natura “di parte”, frutto di alleanze partitiche che durano finché conviene (è cronaca di questi giorni…).
Un uomo marginale
Ma certe logiche non cambiano mai, nemmeno se qualche volta può capitare di avere a che fare con un outsider. Era il 2009 quando, al termine di una campagna elettorale cittadina emozionante che ancora ricordo con orgoglio personale – mi ritrovai ad essere il primo degli eletti con 361 preferenze. Nella mia ingenuità e contentezza del momento pensavo che avrei potuto dare un contributo concreto, non marginale, provenendo dalla trincea del mondo del lavoro. Fu una vana illusione: tutti i posti della coalizione di allora erano già stati assegnati a tavolino. Il messaggio implicito di allora fu chiaro: avrai pure preso più voti, ma per noi resti ultimo, marginale.
Con buona pace della volontà popolare e di tutto l’impegno messo per ottenere quel risultato. Me ne andai da quel modo di agire e di pensare (tutto poltrone, chiacchiere e distintivo) – che regna ancora oggi con gli stessi attori nelle stanze dei bottoni – per intraprendere un percorso civico più legato alle esigenze della gente comune, alle loro problematiche, ai loro temi quotidiani.
Fare tesoro degli errori
Ancora oggi, a cadenza quinquennale, molti passano di qui per chiedermi pareri, per rinnovare fantomatiche alleanze, per chiedermi di mettere una pietra sopra a quella situazione di tanti anni fa. Io, al solito, ascolto tutti, parlo con tutti ma quel vulnus del 2009 mi ha cambiato la vita. In meglio. Mi ha fatto crescere nelle scelte delle priorità di tutti i giorni e mi ha aperto gli occhi sul fatto che le amicizie vere si contano sulla punta delle dita e non sono mai a favore di telecamera.
Oggi più che mai – in una ipotetica collaborazione per la città – mi è molto chiaro con chi non vorrei mai sedermi nuovamente al tavolo. E non mi sembra poco. Oggi questo sale e pepe con tratti un po’ amarcord e talvolta personali ha un unico scopo: dimostrarvi che anche dalle più cocenti delusioni si può riemergere con più forza e determinazione facendo tesoro degli errori fatti. Oggi lo so con certezza: per me quella esperienza deludente del 2009 non fu una sconfitta quanto piuttosto una vittoria di coerenza che guida le mie scelte ancora oggi.
Luigi Apicella
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Gio
5 Aprile 2024 at 22:31
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Giovanni
5 Aprile 2024 at 23:50
Personalmente conosco Luigi da oltre 50 anni, anche lui ha i suoi difetti, però è sempre rimasto leale al suo modo di vivere, pensare e comportarsi.