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Quello che riguarda Biella si decide a Roma

I palazzi e i fortini della politica sempre più vuoti di idee ma sempre più pieni di gente da sistemare.

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Elezioni, vincere ma non con ogni mezzo. Piccolo vademecum di sopravvivenza in ordine sparso per le prossime amministrative di giugno a Biella.

Quello che riguarda Biella si decide a Roma. I palazzi e i fortini della politica sempre più vuoti di idee ma sempre più pieni di gente da sistemare.

Quello che riguarda Biella si decide a Roma

Si dice che tutte le strade portino a Roma, comprese evidentemente anche quelle un po’ disastrate del nostro Biellese che, in fatto di vie di comunicazione, è ancora fermo all’eterno dilemma del peduncolo mai nato di Santhià o Carisio. Che anche da qui, con i collegamenti a disposizione, si riesca a raggiungere Roma resta un aspetto sorprendente, ma lo è ancora di più il fatto che gli echi elettorali della capitale con le sue trame di partito e di corridoio su liste e candidati locali giungano senza mai alcun ritardo, e a volte persino in anticipo, fin sotto il Mucrone. Due pesi due misure, insomma…

Tra due litiganti il terzo gode

Tutto quello che riguarda Biella si decide a Roma o dintorni, dove per dintorni si intendono i palazzi e i fortini della politica sempre più vuoti di idee ma sempre più pieni di gente da sistemare. Un candidato sindaco che si rispetti, anche se di coalizione, dovrebbe essere espressione del territorio, autonomo nelle decisioni, vicino alla gente per comprenderne le priorità. Oggi, invece, il candidato sindaco “ideale” per certe liste sembra essere quello che se non si “inchina” deve comunque sempre dire di sì al politico più alto in grado che lo ha prescelto con investitura romana. Con buona pace dell’autonomia sua e del territorio. Si dice poi che, tra due litiganti, il terzo, di solito, goda, ne tragga un vantaggio.

I litiganti della politica

C’è però un distinguo da fare nel leggere i giornali riguardo le vicende elettorali di questi giorni. Una volta i “litiganti della politica” – più o meno credibili – almeno pubblicamente erano di due forze politiche contrapposte. Oggi, invece, la cronaca cittadina (e ancora una volta nazionale) ci racconta di un’evoluzione tutta biellese che se confermata un po’ intristisce: si litiga ormai anche pubblicamente dentro lo stesso partito, direttamente con il candidato sindaco alla cena pubblica elettorale per il tesseramento. Con tanto di intervento finale della scorta del politico più in vista che, nel dubbio, ha pensato ancora una volta di metterci una pezza.

Guardiamo avanti

Era tutto uno scherzo, ci raccontano a posteriori i protagonisti di questo siparietto, naturalmente a favore di telecamera. Sarà, ma in ogni caso facciamoci un augurio propiziatorio: che tutti i candidati in campo possano decidere per il bene di Biella sempre in prima persona, mettendoci la faccia senza paura di ritorsioni di partito per un pensiero autonomo su questo o quel problema.

Lavoriamo affinché in città la campagna elettorale non debba mai essere messa sotto scorta da niente e da nessuno. “SCORTammoce ‘o ppassato” e guardiamo avanti…

Luigi Apicella

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    12 Aprile 2024 at 8:24

    Perché mai la politica di Biella non dovrebbe interessare a Roma? Biella è un capoluogo di provincia come tanti in Italia e l’interesse da parte della politica Romana dimostra interesse verso questo territorio, anche solo interesse politico. O forse fra le righe di questo articolo c’è una qualche reminiscenza del leghistissimo “Roma ladrona”? Perchè mai Biella dovrebbe essere relegata al ruolo di uno dei tanti paeselli dove dominano le improbabili liste civiche, che van bene (si fa per dire) solo appunto per i paeselli? Non mi pare che il candidato sindaco sia romano o viva a Roma. E’ già un gran bene che da Roma non sia arrivata la richiesta di ricandidare Corradino, perchè quello sarebbe stato il segno di un disprezzo per il territorio biellese, vista la completa inettitudine del soggetto come amministratore di una città come Biella. La politica di Roma non si può battere, le logiche di palazzo non si possono battere. Ci han provato malamente sia il “Senatùr” sia il comico genovese e sappiamo bene come è finita in entrambi i casi, in modo particolare con la setta-partito dell’ex comico genovese, che sulla carta agli albori pareva mossa da grandiosi e nobili ideali di rivoluzione del sistema politico, nemica delle logiche di palazzo e dei partiti occupanti i palazzi stessi. Alla fine quando anche loro sono entrati a palazzo e hanno messo il culo sulle poltrone, hanno cambiato atteggiamento e da setta di zeloti si sono trasformati in setta-partito addirittura alleati e amici per la pelle di quel PD che avevano giurato di combattere con ogni mezzo. Allora di cosa stiamo parlando? La politica di Roma non si può battere. L’unica strategia è allearsi a chi vorresti battere e far si che i candidati locali piacciano ai signori che comandano da Roma. E così è stato.

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