Sale & Pepe
Biella, una città deserta dove sono immobili anche le bandiere…
Oggi vorrei fare con voi il “quadro ideale” della situazione per Biella. Ma proprio di quadro si tratta in pennelli e cornice (vedi foto 1) di una Biella “ideale” rappresentata vent’anni orsono dal maestro e pittore biellese Bersani e che, da allora, ho l’onore di poter esporre in una saletta nei locali della mia attività.
Non sono un critico d’arte, ovvio, ma come non andare con il pensiero al celebre dipinto rinascimentale della “Città Ideale”, quadro misterioso ed affascinante oggi in quel di Urbino (vedi foto 2). Ironia a parte, come non cogliere una “evidente similitudine” tra i due dipinti e le due città – sia nella prospettiva (si dice così…) che nella realtà delle cose.
Come non ammirare – nel tratto del maestro Bersani – la rappresentazione ideale della nostra stazione ferroviaria sempre uguale a se stessa, la fontana con l’acqua che zampilla rigogliosa (in una città ideale le crisi idriche non esistono), le nostre montagne a render lo sfondo familiare e bucolico. Un quadro che, nel suo essere ideale, ha in sé una nota di tremenda attualità: la totale mancanza di persone, di movimento, di vita che scorre. Biella nel tratto prezioso del Bersani è perfetta, immobile, familiare, un po’ retrò… Ma è anche “deserta” con le bandiere che non sventolano, ferma su se stessa così come certa politica dei giorni nostri la vuole dipingere.
Una “visione” della città che è fatta di conti in ordine, di bilanci col segno più (forse), senza debiti, ma priva di qualsiasi “anima” giocosa e rumorosa, di stimoli, di piazze, di gente per strada, di idee. Una città “ideale” che non ha bisogno di soldi dal PNRR, di assessori e amministratori perché non c’è nulla da modificare, pianificare oltre il necessario, che deve rimanere sempre uguale a se stessa, incontaminata.
Invito chiunque lo volesse a venire a vedere il quadro negli orari di apertura della mia attività, certo sin da ora che rimarrà rapito e colpito da tutto questo insieme di sensazioni che il quadro emana. Ma il Bersani, al momento di mettere su tela l’opera era consapevole di gettare uno sguardo su una Biella del futuro sempre più solitaria o non aveva invece voluto rappresentare la città come una piccola Svizzera in cui tutto è perfetto e in cui ciascuno di noi vorrebbe vivere?
Sarò disponibile, se lo riterrete opportuno, poter portare il quadro in una sede espositiva di più alto pregio (museo del Territorio? Sala consiliare di palazzo Oropa?) in modo da poter condividere con la cittadinanza, critici d’arte, politici locali d’alto bordo la visione di questo quadro purtroppo per certi versi profetico: una Biella ideale sì, ma in cui il tempo si è fermato. Utopia, scherzo, realtà? Come per qualsiasi quadro che si rispetti, ai posteri l’ardua sentenza…
Luigi Apicella
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Pier Giovanni Malanotte
31 Marzo 2023 at 11:15
Ma da qualche parte non si parlava di riforme ?
Giacomo
31 Marzo 2023 at 18:16
chi è causa del proprio male…..
Nicola santucci
1 Aprile 2023 at 6:31
Biella e una cittadina ,piena storia lavoro era ma non si è concentrata diversificare.Io sono imprenditore venuto da Milano nel 1994 ho trovato tanti ostacoli o resistito.
mancano amministratori veri ,pensano arricchire le loro tasche.
Auguro ai giovani di non mollare è una decisione da prendere. urgente creare creare.
Davide
1 Aprile 2023 at 1:23
La perfezione è noia , il dinamismo è gioia, speriamo nel futuro..
Mauro D.
1 Aprile 2023 at 9:51
Ne ho visti tanti di articoli su Biella ma questo è il più vero.
Lo ritengo uno specchio di quanto si vive e non è un messaggio conveniente, anzi è coerente con il dipinto e l’arte non mente mai.
Alle volte la gioia, alle volte la desolazione.
steap63
1 Aprile 2023 at 20:56
Città in piena decadenza ormai da almeno 20 anni…. strade sporche, dissestate (vedi Via Cernaia), traffico senza il minimo controllo (ma i vigili ci sono ancora), aiuole e giardini pieni di immondizie e residui canini, edifici fatiscenti (vedi vecchio ospedale e i vari tuguri ex fabbriche tessili)….. on fondo non è così immobile… sta andando in retromarcia
Ornella
2 Aprile 2023 at 8:11
Io ci sono dal 2015 e mi piace, vengo da Milano e vi ho ritrovato una atmosfera piacevole che mi ha riportato alla mia infanzia piemontese. Ma stimoli li contiene, non dimentichiamoci che ospita la fondazione Pistoletto….
Ornella
2 Aprile 2023 at 8:15
Io ci sono dal 2015 e mi piace molto, mi ha riportato alla mia infanzia piemontese, venendo da Milano. E poi fermenti culturali ci sono, ricordiamo la fondazione Pistoletto.
Tiziana
2 Aprile 2023 at 16:28
Diciamo al sig. Apicella di andare a vedere la citta di sua origine… Invece di criticare sempre la citta che lo ha sempre ospitato…. Xche ogni citta Purtroppo a le sue inncombenze.
E non solo Biella….