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Biella

Investire in cultura con le porte chiuse

La rubrica di Giorgio Pezzana

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Il sindaco di Biella, Marzio Olivero, dice di voler investire di più sulla cultura, avvalendosi anche del supporto della Fondazione Crb.

E’ un ottimo intento in vista del nuovo anno, ma che purtroppo risente di pessimi auspici. Il Museo del Territorio è chiuso a tempo indeterminato e lo è anche il Teatro Sociale “Villani”. Vale a dire i due principali poli culturali del capoluogo, attualmente non sono agibili e neppure è dato sapere quando lo saranno.

In entrambi i casi si sono resi necessari interventi di ristrutturazione, quindi opere necessarie ed improcrastinabili, ma dal punto di vista strutturale ciò che rimane alla città è ben poca cosa: il cine-teatro Odeon, tuttora gestito dalla Ciat; palazzo Ferrero, affidato ormai dai tempi della Giunta Cavicchioli ad una gestione privata; palazzo Gromo-Cridis, di proprietà della Fondazione Crb; il palaforum, inutilizzabile per eventi che non siano prettamente ludici; Spazio Cultura nel centro della città, che però è di proprietà della Fondazione Crb. Rimane la Biblioteca Civica, ove di certo non sono proponibili performances di teatro, danza e musica e, ovviamente, anche mostre di ogni genere.

Al cospetto di un simile quadro, non so come il sindaco, pur con tutto l’ìmpegno, possa pensare di promuovere eventi culturali significativi nel corso del 2025. Anno che per altro sarà già fortemente caratterizzato dall’Adunata nazionale degli Alpini, dal passaggio della Vuelta (il giro ciclistico di Spagna), fors’anche dal Giro d’Italia, tutti eventi d’indiscutibile prestigio, ma difficilmente riconducibili ad un contesto culturale o anche di spettacolo.

La chiusura a tempo indeterminato del Museo del Territorio, pone anche pesanti interrogativi sul futuro di questa struttura, mai veramente decollata, probabilmente perché mai consapevolmente vissuta per quello che è, cioè un polo di cultura del territorio, atto a tutelare e promuovere la cultura dello stesso, nella sua qualità di cabina di regia di un più ampio ed articolato percorso ecomuseale. Il Teatro Sociale “Villani” dovrebbe invece riaprire i battenti nel corso del 2025, anno in cui si dovrebbe celebrare il trentesimo anniversario del passaggio da struttura privata a teatro pubblico. Sempre che non risulti troppo scomodo ricordare come si arrivò a quella svolta, argomento di ricorrenti amnesie per le passate Giunte di centrosinistra.

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