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Biella non ha mai avuto una movida

Certo, ci sono stati tempi in cui si respirava un’aria più vivace, c’era qualche locale ove si poteva ballare

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Bollettino di guerra del fine settimana a Biella. Intanto la notizia della scarcerazione del marito dell’influencer Siu, italo-marocchina residente a Chiavazza, appena uscita dal coma, che sta scatenando polemiche a livello nazionale

Biella non ha mai avuto una movida. Certo, ci sono stati tempi in cui si respirava un’aria più vivace, c’era qualche locale ove si poteva ballare, c’era qualche bar alla moda ove i giovani si affollavano, c’era un centro storico ove bastava passeggiare per incontrarsi, ma bastava anche il passeggio per il piacere di stare insieme.

Biella non ha mai avuto una movida

C’è chi grida a gran voce: riaccendiamo la movida a Biella. Come se Biella avesse mai avuto una movida. Certo, ci sono stati tempi in cui si respirava un’aria più vivace, c’era qualche locale ove si poteva ballare, c’era qualche bar alla moda ove i giovani si affollavano, c’era un centro storico ove bastava passeggiare per incontrarsi, ma bastava anche il passeggio per il piacere di stare insieme.

Facevamo chilometri

Mi sovviene spesso la frase di uno scrittore ligure, Vittorio G. Rossi, che era solito ripetere: “…noi facevamo chilometri per vedere una ragazza camminare…”. Altri tempi ovviamente. Oggi però, siamo nell’epoca in cui si è sostituito il ballo con lo sballo.E lo sballo non porta sorrisi. Ormai quasi ogni fine settimana, anche in quel Biellese ove c’è chi vorrebbe riaccendere la movida, registriamo risse fuori dai locali, auto che passan sopra alle rotonde, si schiantano contro i pali della luce, abbattono cancellate, si accartocciano contro auto in sosta, finiscono capovolte in qualche dirupo.

Incidenti autonomi…

Li chiamano incidenti autonomi, cioè che non coinvolgono terze persone. Più propriamente dovrebbero essere chiamati incidenti alcolici, quando all’alcol non si aggiungono anche altre sostanze. E questo è il frutto dello sballo. Ma perché così tanti giovani sentono il bisogno di…sballare? Un illustre sociologo, Paolo Crepet, è solito ripetere, parlando del rapporto tra genitori e figli, che questo è il momento di togliere e non di dare. Perché molti di questi ragazzi vivono l’infelicità della noia. Se sin da piccoli vedono sodisfatto ogni loro desiderio, trovano risposte ad ogni loro capriccio, a 18 anni di desideri non ne avranno più.

Senza desideri rimane lo sballo

E, dice sempre Crepet, se privi un’esistenza di ogni desiderio, non rimane nulla. Quella movida che qualcuno vorrebbe riaccendere, può ritrovare un senso se si riaccendono anche i desideri, primo fra tutti quello del voler stare bene con sé stessi e con gli altri. Diversamente si ridurrà solo a ciò che spesso è oggi: uno sfogatoio di rabbia, frustrazioni e solitudini.

Giorgio Pezzana

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2 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    21 Marzo 2024 at 20:01

    Qualunquismo ne abbiamo? Basta chiederne all’autore di questo pezzo, sempre molto fornito di quella materia prima.

  2. Giuseppe

    23 Marzo 2024 at 8:11

    Ardmando,ma tu ci sei o ci fai?

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