Opinioni
Gli obiettivi si raggiungono con la fatica
Pensieri e parole di Vittorio Barazzotto
BIELLA – Domenica 28 maggio tre ragazzi, non ancora diciottenni, hanno raggiunto il traguardo della cintura nera di karate nella palestra Nippon di Chiavazza e sotto la guida del Maestro Massimo Vaglio Tanet. L’esame è durato un’ora, che è stata scandita da mosse, gesti e passi precisi, frutto di anni di allenamento, dieci almeno.
Hanno supportato lo svolgimento della prova le cinture nere più grandi, attive nei kumite con i ragazzi sotto esame e l’impressione che ne è derivata è che nessun dettaglio fosse fuori posto e che tutti lavorassero in modo corale per lo stesso obiettivo.
Nel karate, cosi come nelle altre arti marziali, si insegna la disciplina, l’autocontrollo ed il rigore, che sono elementi indispensabili nella convivenza con gli altri e nell’accettazione di sé, perché essere consapevoli dei nostri limiti ci rafforza e ci rende più tolleranti. L’obiettivo è quello di perfezionare il carattere dei suoi praticanti.
Alcuni progetti mirano ad introdurre il karate nelle scuole, proprio per insegnare ai ragazzi più problematici la gestione dell’aggressività e dei comportamenti impulsivi, anche se la scuola da sola non potrà mai compensare in modo adeguato la povertà educativa e l’indifferenza emotiva che affligge molti adolescenti, soprattutto in una scuola dove il livellamento tende sempre più a scivolare verso il basso, illudendo che gli obiettivi arrivino senza sacrifici, al contrario nel karatè ogni traguardo è la conseguenza di una fatica.
Non necessariamente si deve iniziare da bambini, visto che sono molti gli adulti che partecipano ai corsi e, indipendentemente dall’età, avvicinarsi a questa disciplina aiuta a trovare un proprio equilibrio interiore, a misurarsi con se stessi e, come dice un proverbio zen, ad imparare tutte le volte che non vinci.
Vittorio Barazzotto
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