BiellaIl Dardo
Addio a Francesco Montoro: un imprenditore che ha lasciato il segno, nonostante tutto
La nuova versione de “Il Dardo”, la rubrica di Guido Dellarovere
Non voglio scrivere un aggiornamento del necrologio per l’amico Francesco Montoro. Voglio solo raccontare, con sincerità, ciò che ha rappresentato per me e per molti in questa terra che lui aveva scelto come seconda casa.
Francesco si trovava, purtroppo, nel posto sbagliato al momento sbagliato: alla guida della sua New Beetle, lungo la tangenziale di Biella, quando si è scontrato con un autocarro. Una tragedia improvvisa che ha tolto la vita a un uomo discusso, ma mai banale.
In questi giorni, come spesso accade, tutti parlano solo bene di lui. È il destino dei morti: diventano, di colpo, figure senza macchie. Ma Francesco era molto di più di una figura idealizzata: era un calabrese tenace, arrivato al Nord con l’ambizione di costruire qualcosa di grande. E ci riuscì. Con la cooperativa Eurotrend, ha dato lavoro a centinaia di famiglie biellesi, diventando un punto di riferimento per molti, anche se non sempre riconosciuto come tale.
Amava la visibilità, e questo a Biella – città dalla mentalità riservata – gli costò qualche critica e molte antipatie. Lo ricordo bene quando, per celebrare la promozione in Serie D della Biellese, atterrò in elicottero al centro del campo del “Lamarmora”. Un gesto scenografico, certo, ma dietro c’era anche un investimento economico importante. In pochi lo apprezzarono, in tanti lo giudicarono.
Nel 2009 tentò la corsa a sindaco di Biella. Ottenne pochi voti, una delusione per chi aveva fatto tanto per il territorio. Nessuna riconoscenza, solo silenzio. Ma Francesco non si fermò: sostenne la Pallacanestro Biella, contribuendo anche alla vittoria in Coppa Italia, portando entusiasmo e risorse.
Con lui ho avuto forti contrasti politici, al punto da interrompere ogni rapporto. Arrivò perfino a vietarmi l’ingresso nel parterre del palazzetto. Ma col tempo, come spesso accade tra persone intelligenti e appassionate, ci siamo ritrovati. E negli ultimi anni nacque una vera amicizia, uniti dall’amore per Occhieppo, mio paese e sua terra d’adozione.
Francesco se ne va portando con sé un’epoca: vent’anni di sport, lavoro, visione. È stato un “terrone” – come lui stesso si definiva con orgoglio – che ha dimostrato cosa significa fare impresa con coraggio, in un contesto spesso diffidente.
Perdo un amico, uno con cui ho discusso tanto ma sempre con rispetto. Come Giorgio Aiazzone prima di lui, anche Montoro è stato un personaggio troppo poco compreso e valorizzato per quanto ha dato a questa terra.
Di te si è detto tutto: pettegolezzi, invidie, bugie. Ma a restare sarà il tuo impegno, il tuo cuore, il lavoro che hai dato a tante famiglie.
La salute ti aveva messo alla prova, ma anche quella battaglia l’avevi vinta. L’ultima, purtroppo, no.
Buon viaggio, A Dio Francesco. Che i Campi Elisi siano più generosi del Biellese.
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Ardmando
29 Luglio 2025 at 8:17
In Italia si perdona tutto, tranne il successo (Enzo Ferrari)