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Gli Sbiellati

La pantomima della Trossi

Correva l’anno 2004 e le campagne elettorali si facevano a colpi di peduncolo autostradale

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L'auto in giardino. Una settimana di strambi incidenti stradali avvenuti in città e dintorni. Cerchiamo di sorriderci su, non tanto per bullizzare gli sventurati protagonisti quanto per fare riflessioni semiserie sull’andamento sghembo del traffico locale

La pantomima della Trossi. Correva l’anno 2004 e le campagne elettorali si facevano a colpi di peduncolo autostradale. Poi, finita la festa e gabbato lo santo, s’acquietarono gli animi e si produsse uno studio di messa in sicurezza della Trossi 

La pantomima della Trossi

Se dopo un periodo di compulsivo binge watching vi sale la depressione di aver già esplorato ogni piattaforma alla vana ricerca di qualche serie tv che valga la pena della visione di, almeno, due puntate consecutive, non disperate: basta rivolgersi al mercato locale della fiction. Vi accorgerete che in città e dintorni abbiamo schiere di sceneggiatori a cui non manca la voglia di produrre infinite stagioni delle solite storie. Talenti discutibili, bisogna riconoscerlo, ma in quanto a quantità – mannaggia alle parole – non li batte nessuno.

Spegnete la tv e accendete i social

Spegnete la tv e accendete i social, o sfogliate quel che resta della stampa locale. Ci troverete trame e sottotrame, protagonisti e antagonisti, improbabili viaggi d’altrettanto improbabili eroi. Script rabberciati e frammentati che possono darvene un’idea, se avete la pazienza di unirli come i puntini sulla settimana enigmistica. Meglio di niente, per una crisi d’astinenza. Un po’ come dire: comodo, ma poca soddisfazione.

I titoli con più ideali visualizzazioni sono: “Su e forse giù con la funicolare”; “FuniVia da qui”; “Uno sparo nel buio” (no, la Pantera Rosa non c’entra nulla); “Una Trossi per due” e un’infinità di altre serie minori. Il meglio di questa produzione sono le recensioni: ognuno ne ha una di suo, ma s’accomunano per disarmante banalità. A queste s’aggiungono quelle di chi pretende di raccontarcene la trama pur non avendone visto nemmeno una puntata. Spoileristi d’accatto.

Correva l’anno 2004

Ok, basta con il divertissement e parliamo di cose serie. Come se fosse seria la pantomima sul raddoppio del tratto iniziale della strada Trossi. A testimoniarlo la sequenza temporale dei titoli di giornale: “Raddoppio Trossi: ancora dubbi del centrodestra” (16 dicembre); “Trossi, salta il raddoppio” (19 dicembre); “Il raddoppio della Trossi si farà” (27 dicembre); “No al raddoppio della Trossi, opera inutile” (18 gennaio); “Raddoppio della Trossi, destra voterà no: progetto affossato” (22 gennaio); “Trossi: tutti sconfitti” (30 gennaio); “Raddoppio strada Trossi, il progetto sarà riesaminato da un comitato di sindaci” (27 febbraio); “Trossi, la rivolta dei sindaci: ‘Non fermiamo il raddoppio’” (28 febbraio); “Raddoppio strada Trossi, work in progress per il comitato dei sindaci” (6 marzo).

Il peduncolo autostradale

Correva l’anno 2004 e le campagne elettorali si facevano a colpi di peduncolo autostradale. Poi, finita la festa e gabbato lo santo, s’acquietarono gli animi e si produsse uno studio di messa in sicurezza della Trossi inerente il raddoppio della provinciale fino a Villanova. Da chiudere in un cassetto. L’onda lunga della propaganda non aveva certo prodotto uno tsunami, ma s’era arenata sul bagnasciuga: c’era altro a cui pensare, con la Provincia da dissestare e poi riassestare.

La Fondazione Biellezza

Ora, complice anche uno studio che la Fondazione Biellezza commissionò, nell’aprile 2022, all’archistar del paesaggio Kipar, il raddoppio di almeno il tratto iniziale della Trossi è tornato d’attualità. Sono però contestualmente tornate d’attualità anche una sfilza di campagne elettorali da sostenere: comunali, regionali, europee. La sensazione è che, in mancanza di trippa per gatti, il boccone propagandistico si sia fatto ghiotto: col Presidente di Provincia ansioso di appuntarsi una medaglia e con la maggioranza del Consiglio Provinciale, di parte politica avversa, motivata nel non lasciarglielo fare.

Pitòst che gnente a l’è mej pitòst

Difficile, a questo punto, separare il grano dal loglio e capire se sia rimasta anche qualche pulsione a favore del territorio. Di cui lamentiamo da sempre l’incapacità progettuale, ma anche l’incapacità di cogliere le occasioni che ci si presentano. Certo: è un progetto limitato al tratto iniziale e non risolve gli atavici problemi di isolamento, ma è anche un’occasione per rifare il trucco alla città presentando, almeno per chi ci arriva, una mobilia più decente. Come si dice: pitòst che gnente a l’è mej pitòst. O forse no, meglio rimanere periferia di noi stessi.

Lele Ghisio

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4 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    12 Marzo 2024 at 8:36

    Alla fine qualcosa mi dice che il raddoppio si farà. E aggiungiamo “per fortuna”. Basta leggere di gente che si lamenta per qualsiasi cosa. A Biella pare che chi scrive sui giornali non faccia altro che lamentarsi. Poi ci si domanda perchè Biella è una cittadina di Provincia che Provincia non dovrebbe più essere. E’ con grande rammarico di molti che il progetto di ridurre drasticamente il numero di Provincie in Italia sia stato cancellato. Biella doveva essere nuovamente accorpata ad una provincia degna di questo nome, Novara o Vercelli. In quel modo probabilmente certe cose avrebbero funzionato molto meglio, tranne le lamentele di chi scrive sui giornali.

  2. Stephan

    12 Marzo 2024 at 16:39

    Alla fine si farà…Mah! Francamente non credo che siano molti i biellesi che ne sentono necessità, eccetto i pochi che ne hanno un tornaconto di qualunque genere. Si sente più la necessità per treni, mezzi di trasporto pubblici, meno parcheggi a pagamento, meno oppressione di controllo sul territorio, che toglie alla gente la voglia di uscire.
    Più locali, investimenti che portano realmente verso la provincia persone, denaro, vita.
    Fate un bel sondaggio online, invece che articoli a fiumi, sempre sullo stesso argomento, qualcuno potrebbe trovare la pace di pensiero tanto agognata, e altri, qualche spunto da campagna elettorale, se l’unica cosa che conta è una poltrona, e non il bene del territorio

  3. Paul

    13 Marzo 2024 at 0:58

    ma poi non ci si lamenti che si è isolati, che il biellese è difficile da raggiungere, che si spopola e non è attrattivo. Sono gli stessi biellesi a volersi male

  4. Stephan

    13 Marzo 2024 at 15:54

    Se la soluzione a tutto sono 1,5km allargati, siamo davvero alla frutta

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