Eventi & Cultura
Palazzo Poste restituito alla città dopo il restauro
Il Palazzo delle Poste di via Pietro Micca 34 torna simbolicamente alla città come patrimonio della comunità, al termine dell’intervento di restauro, realizzato nell’ambito della campagna di valorizzazione degli immobili di proprietà dell’azienda.
Un edificio risalente al 1931
L’edificio, risalente al 1931, sorge su un’area concessa dal Comune di Biella, denominata “giardino del seminario”, la cui architettura è costituita da linee di stile classico che regalano allo stabile una decorosa semplicità. A illustrare alle istituzioni, alla stampa e ai cittadini i dettagli del restauro del Palazzo sono stati – per Poste Italiane – il responsabile Area Territoriale nord ovest, Giovanni Accusani, la direttrice di Filiale, Cristina Giovannelli, e il responsabile Area Immobiliare nord ovest, Stefano Pongan.
L’intervento di restauro
Grazie all’impegno di Poste Italiane, l’edificio è tornato al suo antico splendore. Gli interventi non si sono limitati alla semplice manutenzione, ma hanno consentito il risanamento della facciata, il restauro degli elementi decorativi, il recupero di porte e infissi e il rifacimento conservativo dei pavimenti del cortile di pertinenza, con la posa di cubetti di porfido, oltre al rifacimento delle inferriate.
“I lavori eseguiti – spiega l’azienda – sono il segno tangibile della volontà di contribuire al mantenimento dell’identità culturale dei territori nei quali è presente”.
Realizzato l’annullo col timbro che riproduce il palazzo restaurato
Nell’occasione è stato realizzato l’annullo della corrispondenza con il timbro che riproduce il Palazzo restaurato. Da oggi e fino al loro esaurimento, saranno disponibili anche tre cartoline dedicate, a tiratura limitata di duecento esemplari ciascuna raccolte in cofanetto, che raffigurano l’immagine dell’edificio prima e dopo il restauro.
L’annullo speciale resterà poi disponibile presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di via Pietro Micca 34 per i sessanta giorni successivi, prima di essere depositato nel Museo Storico della Comunicazione di Roma.
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