Biella
Sfregiato a Chiavazza il cippo in memoria dei tre ragazzi morti nell’incidente di Busonengo
Vandalizzata da ignoti la lapide che ricorda Raffaele Petrillo, Alessandro Messina e Carmine Marotta
BIELLA – Non un semplice atto vandalico, ma un vero e proprio sfregio alla memoria di tre ragazzi tragicamente scomparsi prematuramente. Un gesto inqualificabile compiuto proprio a ridosso della festa dedicata ai defunti.
E’ successo nei giorni scorsi a Chiavazza, nei pressi del laghetto delle oche, dove mani ignote hanno frantumato il cippo in memoria di Alessandro Messina, Raffaele Petrillo e Carmine Marotta, i tre ragazzi del quartiere morti nel tragico incidente di Busonengo.
A segnalare l’accaduto è Nicolò Chiola, vice presidente dell’Associazione Volontari Laghetto di Chiavazza: «L’ho trovato così – racconta – il giorno prima ero passato insieme a mia moglie ed era tutto a posto. Si intravedono alcuni segni, come se qualcuno avesse preso la pietra a martellate. Sono senza parole, così come lo è la gente di Chiavazza. E pensare che proprio quel giorno Carmine avrebbe compiuto 22 anni. Non si porta rispetto nemmeno verso chi non c’è più».
Un episodio che rischia di compromettere anche iniziative future: «Stiamo preparando una panchina, sempre in memoria di questi tre ragazzi, da posizionare vicino al cippo – spiega -, ma onestamente ho paura che possa subire sfregi simili, se non peggiori. Se sono riusciti a rompere la pietra, non oso immaginare cosa possano fare con un oggetto di legno».
Questo è probabilmente il fatto moralmente più disdicevole, ma è soltanto l’ultimo di una lunga serie di episodi di vandalismo.
«Da tredici anni – ricorda sconsolato Chiola – chiediamo telecamere e punti luce alle diverse amministrazioni che si sono susseguite in città, perché questo parco è bellissimo, ma completamente al buio. C’è addirittura il rischio di veder arrivare cinghiali, così è pericoloso. Noi continuiamo a sollecitare, ma finora non abbiamo ottenuto nulla. Va dato atto all’ex sindaco Cavicchioli, però, di averci aiutato almeno a mettere in piedi l’associazione. E per questo lo ringraziamo».
red.cr.
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