Cronaca
Caso Sagliano, arriva Selvaggia Lucarelli
Un’intera famiglia suicida dopo essere stata accusata di abusi sessuali su bambini, due decenni di silenzio, l’oblio.
Ora, 23 anni dopo, il caso di Sagliano Micca è tornato prepotentemente alla ribalta della cronaca. A puntare i riflettori su una terribile storia dimenticata è stata Selvaggia Lucarelli, che in un’inchiesta pubblicata alcune settimane fa sul Fatto Quotidiano ha portato a galla i collegamenti con i recenti fatti di Bibbiano e il “caso Veleno”: alcuni dei nomi degli indagati di oggi, infatti, sono gli stessi dei protagonisti della vicenda giudiziaria dell’epoca, così come alcune circostanze. Una serie di parallelismi che hanno spinto la giornalista a definire quello di Sagliano come il “caso zero”.
Domani Selvaggia Lucarelli a Mongrando per un incontro pubblico
Lunedì sera se ne parlerà a Mongrando (alle 20,30 al Polivalente), nel corso di un incontro pubblico che sarà moderato proprio da Selvaggia Lucarelli.
«Ci saranno tante voci – spiega -, ma è un caso talmente complesso e ampio che è impossibile affrontarlo in tuttti i suoi aspetti in un’ora e mezza. Diego (Siragusa, autore del libro-inchiesta “La botola sotto il letto”, ndr), racconterà la vicenda di Sagliano, ma parleranno anche altri protagonisti di ieri e di oggi: Patrizia Micai, l’avvocato che assiste le persone coinvolte in “Veleno” lavorando perché ci siano le revisioni dei processi, Pablo Trincia, l’autore dell’inchiesta sui “diavoli modenesi”, una parlamentare dei 5 Stelle, per citarne alcuni».
La giornalista lavora a un libro con Diego Siragusa
Questo è soltanto il primo passo. Lucarelli e Siragusa stanno infatti lavorando a un nuovo libro su Sagliano, approfondendo alcuni aspetti e attualizzando la tragedia della famiglia Ferraro alla luce di quanto emerso di recente, con commenti dei protagonisti dell’epoca.
Dopo aver salvato dall’oblio il dramma della famiglia saglianese, la giornalista continuerà dunque a occuparsene.
«Ne sono venuta a conoscenza dopo aver seguito “Veleno” e “Bibbiano”. Ho indagato su quella che era la scia che collegava questi fatti. I link risultavano essere sempre più o meno gli stessi: Claudio Foti, il centro Hansel e Gretel, gli stessi specialisti, le stesse ginecologhe… Parlando con un amico psicologo, mi ha chiesto se conoscessi il caso di Sagliano e mi ha girato il libro di Siragusa. L’ho letto e ho trovato incredibili due aspetti: che questa storia fosse stata dimenticata e che coinvolgesse diversi nomi che ricorrono oggi».
«Per me erano innocenti»
L’idea che si è fatta lei, dopo aver studiato gli atti, è abbastanza chiara:
«Premettendo che lo spazio per il dubbio rimane sempre, in questo caso mi sembra molto risicato. Per me erano innocenti. Lo dico alla luce delle carte che, essendo passati tanti anni, sono la prova più attendibile. Non emerge la loro colpevolezza, gli indizi portano tutti in un’altra direzione che è quella dell’innocenza».
E il suicidio sarebbe stato l’ultimo grido disperato di una famiglia distrutta, non un’ammissione di colpevolezza:
«Arrivo a capire quella scelta estrema da parte di chi si sentiva vittima di un’ingiustizia enorme. La vergogna era tanta, un peso troppo grande da portare, soprattutto nella realtà di un piccolo paese dove ci si conosce tutti».
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