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Cronaca

A uccidere Samuel Di Martino non è stato il vaccino

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A uccidere Samuel Di Martino non è stato il vaccino
Il piccolo è morto per una polmonite asintomatica che durava da giorni
Non è stato il vaccino a provocare la morte del piccolo Samuel Di Martino, ma una polmonite, tanto subdola da essere asintomatica. Nessuno si sarebbe potuto accorgere di quello che stava succedendo.
A stabilirlo sono stati gli esiti degli accertamenti tecnici disposti dalla Procura di Biella, che aveva aperto un fascicolo sulla morte del bimbo di appena cinque mesi (leggi qui). I periti nominati dal procuratore capo Teresa Angela Camelio hanno escluso qualsiasi tipo di nesso causale tra la somministrazione del vaccino e la morte del neonato.

Secondo quanto appurato dai periti, a portarselo via è stata una polmonite bilaterale che durava da alcuni giorni.
Nessun sintomo, nemmeno una linea di febbre, come dimostra proprio la misurazione effettuata poche ore prima di quel maledetto 20 novembre: la temperatura corporea era di 35°.
«Dopo quanto successo – ha spiegato ieri pomeriggio il procuratore della Repubblica, che insieme alla pm Mariaserena Iozzo si è occupato del caso – i familiari hanno espresso una comprensibile esigenza di chiarezza, che ci ha portato a maggior ragione a voler chiarire quali fossero state le cause della morte del piccolo. Ho quindi conferito un incarico di consulenza tecnica irripetibile, avvisando anche le parti offese, che hanno avuto modo di nominare i propri consulenti».
Per quanto riguarda la scelta dei periti, la Procura si è affidata a professionisti di fama internazionale: il professor Pietro Luigi Lopalco (nel riquadro), epidemiologo del Dipartimento di Ricerca e Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’università di Pisa, e la dottoressa Yao Chen, stimato medico legale del dipartimento di Sanità Pubblica e Neuroscienze di Pavia.
«Abbiamo nominato dei luminari – conferma il procuratore Camelio – che hanno avuto modo di valutare la situazione sia da una prospettiva strettamente medico-legale, sia sotto il profilo di un’eventuale causalità legata al vaccino. Le conclusioni sono state lapidarie: il decesso è dovuto a una polmonite bilaterale, che durava da alcuni giorni, verosimilmente in maniera asintomatica. Questo consente, con molto sollievo, di non individuare nessuna altra responsabilità per questi fatti. Nessuna responsabilità sotto il profilo delle cure, ma neanche da parte dei familiari».
Si è dunque trattato di un caso di “sindrome della morte in culla”. Una morte improvvisa, per la quale non c’è purtroppo niente da fare.
Ciò significa che il bexsero – il farmaco somministrato la mattina precedente a Samuel – non ha avuto alcun tipo di ruolo: «Al quesito specifico è stato rispondo dicendo che, nel caso del bexsero, ad oggi non sono stati segnalati casi di morte improvvisa successivi alla somministrazione».
La storia
La drammatica morte del piccolo Samuel Di Martino, nato il 10 giugno 2018, risale alla notte del 20 novembre scorso. Come tutti i bimbi della sua età, aveva intrapreso un percorso vaccinale secondo le raccomandazioni del Ministero della Salute (il 20 agosto la prima dose di esavalente, poi altri richiami il 20 settembre, il 15 ottobre e il 19 novembre, come previsto dal protocollo). Il caso ha voluto che la tragedia si consumasse proprio la notte successiva all’ultima somministrazione. Ma è stata solo una terribile coincidenza temporale.
Quando è stato portato a fare il vaccino, a mezzogiorno, Samuel appariva in ottime condizioni. Aveva assunto i pasti regolarmente e la sua temperatura corporea, come detto, era di 35°. Quella sera si è addormentato alle 21, dopo una poppata. E stava bene. Le prime avvisaglie alle 23, quando ha cominciato a lamentarsi. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe successo. Alle 2,30 respirava ancora. Il dramma per i genitori si è consumato circa venti minuti più tardi, quando si sono accorti che aveva le labbra viola. A quel punto, mentre aspettavano l’intervento del 118, hanno tentato un disperato tentativo di respirazione bocca a bocca, rivelatosi purtroppo inutile. Alle 3, quando è arrivata l’ambulanza, purtroppo non c’era più niente da fare. Ogni tentativo di rianimazione si è rivelato vano. Il piccolo Samuel se n’era andato.

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