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Nel Biellese ci manca l’energia

Il commento di Vittorio Barazzotto

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BIELLA – Siamo nel mezzo di un’altra grande crisi, quella energetica, difficilissima da superare, se non investendo tempo e risorse per agire su due fronti: ridurre al massimo gli sprechi e aumentare la produzione nazionale.

A livello locale non siamo messi bene, infatti l’energia da fonti rinnovabili, che per noi sono l’acqua con le centraline idroelettriche e il sole con il fotovoltaico, copre solo lo 0,2% del fabbisogno provinciale.

Nel biellese opera una società specializzata sul tema energetico, la Ener.bit. Nata nel 2009 dalla volontà di alcuni amministratori locali, tra cui il sottoscritto che sostenne con forza l’iniziativa di creare un polo unitario di supporto agli Enti per le politiche di risparmio e di sviluppo energetico.

Ener.bit, oggi presieduta dal sindaco di Gaglianico Paolo Maggia, grazie alla preparazione dei suoi tecnici lavora per la riduzione degli sprechi, tramite azioni combinate.

Si passa da un piano di sostituzione delle lampade dell’illuminazione pubblica con i led, che consumano il 70% in meno delle luci tradizionali (ad oggi nel biellese siamo al 50%), sino allo studio di soluzioni per accumulare l’energia prodotta dalle centrali presenti nel biellese.

Un altro obiettivo riguarda la creazione di una rete per incentivare la circolazione di macchine elettriche, con il raddoppio delle colonnine per la carica delle batterie, passando dalle attuali 82 alle previste 170, distribuite anche nei comuni meno popolati, per aumentarne l’attrattività.

Il problema dell’approvvigionamento energetico rimane comunque una criticità grande quanto la nostra insaziabile fame di energia.
Poi c’è il potenziale sfruttamento della forza dell’acqua dalla futura diga, un’opera però controversa per i costi e per i rischi, di cui avremo modo di parlare nei prossimi articoli per ribadire la necessità di interventi meno costosi e invasivi.

In tempi di ristrettezze investire sul contenimento dei consumi e sulla condivisione di politiche locali di sviluppo impiantistico, che non causino sempre la solita schermaglia tra fronti contrapposti, rappresenta l’unica strategia per uscire da una crisi che sembra non finire mai.

 

Vittorio Barazzotto

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