Biella
Abominevoli gli insulti e le offese al Gardenville
Il dardo, la rubrica di Guido Dellarovere
Mercoledì la maggioranza dei biellesi uscendo di casa avrà notato la cortina di fumo che si levava a sud di Biella, il Gardenville stava bruciando. Inutile ripercorrere la cronologia degli eventi, i media hanno raccontato i fatti minuto per minuto.
Però è giusto e doveroso fare alcune riflessioni su quelle che sono state le cattiverie e le angherie che si sono levate a corredo dell’evento.
Non è certa la causa, sta di fatto che qualunque essa sia nessuno avrebbe dovuto esternare ignobili commenti nei confronti della proprietà, a dire “dei leoni da tastiera” colpevole di vendere animali da affezione, dimenticando che tale servizio ha dato negli anni tanta felicità a persone sole, che acquistando un animale da compagnia hanno trovato la loro felicità.
E’ a dir poco abominevole che in un momento così drammatico ci siano degli esseri che si permettono di esternare insulti e ogni tipo di epiteto nei confronti della proprietà di Gardenville.
Nessuno di noi può e deve giudicare le scelte aziendali, in quanto se portate avanti sicuramente erano corredate da tutte le autorizzazioni previste dalla legge.
Spiace sapere che l’incidente ha portato alla sicura morte di animaletti custoditi all’interno delle loro gabbiette e/o acquari in attesa di essere acquistati, ma se è vero che la sensibilità umana viene sottolineata trattando l’accaduto come una disgrazia nei confronti degli animali, è davvero irreale che prima questi “signori” non si degnino di pensare al disastro umano, personale, famigliare, economico dei titolari di Gardenville e di tutti coloro che lavoravano nella struttura.
Persone che a breve non potranno lavorare, famiglie che probabilmente dovranno sbarcare il lunario. Davvero sono curioso di sapere se tanta solidarietà dimostrata a pesciolini e conigli verrà riversata nei confronti di questi sventurati.
Era dal 1997 un “simbolo” di Biella, un luogo storico commercialmente parlando che quasi la totalità dei biellesi ha visitato e dove in tantissimi hanno acquistato qualche bene. Ora, invece di rammaricarsi dell’accaduto, personaggetti gioiscono di quanto è capitato, con la ignobile scusa che vendevano animali.
Siamo una brutta razza, se si pensa che tanti, troppi, hanno sui social esternato le loro malignità verso l’azienda, però per fortuna se si contano i commenti si capisce che sono troppi in generale, ma corrispondono a una piccola percentuale di biellesi, i quali invece – sono certo – senza scrivere commenti sui social sapranno dimostrare la propria solidarietà quando l’azienda tornerà a funzionare, accorrendo ad acquistare come in passato.
Purtroppo ormai vige questo nazi animalismo, perpetrato da figure che vedono solo il marcio quando l’uomo ha in qualche modo a che fare con il mondo animale. Sarebbe ora di non dare più spazi a questi individui che sporcano l’informazione con commenti deliranti.
Serve invece dare spazio e aiuto alla famiglia Sorrentino, invitandola a fregarsene delle idiozie scritte sui social e a ripartire con un nuovo progetto per dare a noi biellesi un nuovo Gardenville ancor più bello e ricco di servizi, commercializzazione degli animali compresa.
Guido Dellarovere
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Enrica
5 Luglio 2023 at 17:44
A me dispiace moltissimo per quello che è successo al Gardenville. sono anni che ci andavo e spero che un giorno ritornerò ancora a visitarlo, ancora più bello.un augurio a tutto il personale e proprietari.
Sonia
5 Luglio 2023 at 19:48
Ai biellesi, dispiaciuti della disgrazia, interessa sapere chi era che doveva occuparsi dei controlli degli estintori,idranti, e se era tutto a posto, poi ci interessa sapere la causa dell’ innesco del fuoco, e del perche’, con i vvff a 300mt. di distanza, se si interviene velocemente, velocemente si circoscrive il focolaio, e siamo curiosi di sapere chi sovrintende il territorio ove era ubicato gardenville, visto che a gaglianico ci sono cartelli con scritto gaglianico il paese sicuro…1 cartello visibile e’ sito al confine con sandigliano in fondo a v. marconi a sx a scendere.
Ardmando
6 Luglio 2023 at 8:25
Solo i leoni da tastiera o supereroi da social network, tra i quali si annoverano animalari della peggior specie, nazivegani e altri scarti della società, hanno parlato male e scritto peggio a proposito della vicenda. Una ignoranza e una cattiveria (da tastiera) così profonde da portare a pensare se non sia ora di chiedere alla Legge di regolamentare in modo severo l’accesso a certi strumenti di stupidità di massa. Dal confortevole presunto anonimato delle loro case, questi maestri dell’ignoranza e terroristi da tastiera, credono che sia loro concesso di riversare odio a fiumi senza nemmeno conoscere i fatti. A questo si aggiunge l’atavico odio verso le Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco, come se per questi individui chiunque indossi una divisa o rappresenti un servizio di pubblica utilità, sia un inetto, ubriacone, criminale. Tutta questa considerazione solamente fino al momento in cui non sono loro ad avere bisogno di aiuto. Allora tutti diventano eroi salvifici. MA fino ad allora si ergono a giudici in possesso delle miglio competenze per giudicare l’operato del prossimo, mettono in dubbio modalità e competenze, pretendono di impartire giudizi specifici e lungimiranti consigli forti dell’esperienza maturata unicamente grazie alla scuola del “secondo me”. In Italia è il titolo di studio più diffuso, quello del “secondo me”: basta un “secondo me” per possedere tutte le nozioni e l’esperienza di qualsiasi settore e materia: dalla medicina all’ingegneria, dalla politica alla pubblica sicurezza, passando per la difesa e lo sport. Nazione di tuttologi esperti, pronti a giudicare dall’alto di piedistalli fatti di “secondo me”, robusti quanto un castello fatto di briciole di pane.