Attualità
«Vivo in Australia da 65 anni»
Sergio Miglietti ha lasciato il Biellese da ragazzo e ora vive a Melbourne, in Australia
«Vivo in Australia da 65 anni». Classe 1937 Sergio Miglietti è nato a Occhieppo Inferiore, dal 1959 vive in Australia, ma appena può torna nel paese natale, dove ha lasciato il cuore.
«Vivo in Australia da 65 anni»
Un viaggio lungo oltre 13 mila chilometri, una distanza che non soffoca i ricordi legati all’adolescenza. Ne avrà tante di cose da raccontare…
Ha detto bene, i ricordi vivono dentro il mio cuore. Malgrado abbia lasciato la terra natale appena ventenne e abbia trascorso gran parte della mia esistenza a Melbourne, quando torno in Italia mi sento a casa.
Si è trasferito oltre l’oceano all’età di 22 anni. Abbiamo appena parlato di ricordi, quali sono quelli che affiorano maggiormente?
Sicuramente quelli del periodo scolastico. Ho fatto le elementari e le medie a Occhieppo, poi mi sono diplomato all’Iti come perito meccanico. Erano tempi diversi di quelli in cui viviamo oggi, non avevamo nulla e allo stesso tempo eravamo ricchi dentro. Sapevamo ancora provare le emozioni, mentre adesso tutto viene vissuto con superficialità.
Come mai decise di trasferirsi in Australia?
Non c’è un motivo particolare. Sapevo che laggiù c’era tanto lavoro. Il governo australiano mi pagò il viaggio a fronte di un contratto lavorativo di due anni. Se alla fine avessi deciso di tornare in patria avrei dovuto rimborsare i soldi. Andò tutto bene, mi trovai a mio agio da subito e così decisi di rimanere.
Quindi, come si suol dire, lavoro e famiglia e tutto è sistemato.
Certo. Quando decisi di partire lasciai a Biella la mia fidanzata. Dopo un paio di anni mi raggiunse e ci sposammo. Fu un matrimonio molto sobrio, convolammo a nozze da soli, senza invitati per via della grande distanza. Mia moglie si chiamava Pervinca Graziano, suo papà era l’allora sindaco di Mongrando. Io in Australia facevo il meccanico dipendente, riparavo macchine tessili. Dopo qualche anno decisi di aprire un’officina, le cose andarono bene.
Abbiamo avuto quattro figli, Andrea, Susen, Sinthia ed Erik. Erano bei tempi, si lavorava molto e i frutti si raccoglievano, eccome. Pensi che io ho 87 anni e lavoro ancora, l’officina deve andare avanti. Laggiù la considerazione del lavoro è molto diversa da quella italiana. I miei figli vivono tutti in Australia, lavorano e hanno famiglia. Purtroppo mia moglie è morta tanti anni fa. Nel frattempo ho conosciuto Silvia, anche lei è italiana ma è nata al Cairo, poi si è trasferita in Australia da bambina. I suoi genitori erano salentini.
Ogni quanto torna in Italia?
Mediamente ogni 3/4 anni. Qui ho tanti parenti, tra i quali i titolari del Mobilificio Miglietti di Biella.
Che cosa le manca particolarmente dell’Italia?
Soprattutto il Piemonte e le nostre amate montagne biellesi. Sono stato per anni il presidente del club “Piemontesi del mondo in Australia”. Il nostro obiettivo era quello di far conoscere agli australiani quella parte dell’Italia per noi molto importante. Pensi che con alcuni di loro parlavamo il dialetto piemontese. Proprio grazie al club ho conosciuto Silvia.
Laggiù la vita è completamente diversa, stiamo parlando di un paese multietnico, una terra composta maggiormente di migranti. Le città grandi sono vivibili, però cambia lo stile di vita. Diciamo che lo stress c’è, ma non è ai livelli dell’Italia, la gente non vive di immagine, si lavora, si scherza e si ride. Insomma, si vive abbastanza alla giornata.
Durante le vacanze in Italia quali luoghi frequenta?
Io e Silvia (la coppia insieme nella foto) amiamo la montagna, quindi facciamo delle belle camminate in mezzo al verde. Uno dei posti più diciamo gettonati e il borgo alpino di Bagneri. Ne approfittiamo per andare a vedere le opere in pietra di Cecilia Martin Birsa, allieva del grande maestro Placido Castaldi che avevo conosciuto da ragazzino. Bagneri è un posto incantevole, mi ricorda in particolar modo la mia infanzia. Fra un paio di giorni partiremo, tutte le volte che l’aereo decolla io lascio un pezzo di cuore.
Quando sarà il suo prossimo viaggio nel Biellese?
L’anno prossimo in occasione dei cento anni del Mobilificio Miglietti: non potrò mancare.
Un ultima domanda: quando le capita di ascoltare l’inno nazionale australiano e quello di Mameli, quale dei due la emoziona di più?
Nemmeno a dirlo, ovviamente l’inno italiano. Tutte le volte che si presenta l’occasione per ascoltarlo mi fa venire la pelle d’oca, sento che è il mio. “L’elmo di Scipio” non potrò mai dimenticarlo. Vivo all’estero da 65 anni, ma me lo lasci dire: sono un italiano e lo manifesto con grande orgoglio.
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