Attualità
Università e non polverosi progetti
Mi scrive il professor Filippo Neri, biellese, docente di Informatica presso l’Università di Napoli Federico II, facendo riferimento al mio precedente intervento su questa rubrica in cui ponevo in risalto l’isolamento di Biella: “…Un altro elemento di “dimenticanza” è l’assenza di una università pubblica a Biella. Ci sono università statali ovunque finanziate con le nostre tasse: Ragusa, Core, Catanzaro, Basilicata, Foggia, Benevento, Salerno, Enna… Purtroppo i politici biellesi non ne vogliono sentire parlare. Verrebbe da chiedersi quali forze siano in campo avverso alla creazione di una vera università a Biella. Città Studi è una S.p.A. non un ateneo…”.
A credere fortemente nell’esigenza di una università a Biella fu per primo l’ex sindaco ed ex presidente della Fondazione CrBiella, Luigi Squillario che riuscì a collocare a Città Studi, che è una S.p.A. e non un ateneo, come giustamente rileva il mio interlocutore, alcuni corsi. Lo fece con molta fatica, superando tantissimi ostacoli.
Nonostante che i corsi avviati in quella sede avessero una loro intuibile ragion d’essere in un contesto economico come quello biellese. Ma quella non è una sede universitaria, bensì semplicemente una sede staccata dell’Università di Torino, priva di tutte quelle caratteristiche che rendono tale un vero ateneo.
Il professor Neri, con un gruppo di altre persone, ha aperto, tempo fa, una sottoscrizione affinchè Biella possa divenire sede universitaria come lo sono svariati altri capoluoghi di provincia (la si può trovare all’indirizzo https://www.unibiella.org ).
Nel farlo ha tentato di coinvolgere tutti i politici biellesi attualmente in carica non ricevendo risposta alcuna, fatta eccezione per quella dell’ex sindaco di Biella, Dino Gentile, che a nome del gruppo consiliare Biella al Centro ha presentato nel gennaio scorso un’interrogazione al sindaco di Biella, Claudio Corradino, sulle intenzioni dell’attuale Giunta di palazzo Oropa al riguardo del futuro di Città Studi. Appare palese che l’assenza di una sede universitaria a Biella alimenta ulteriormente la fuga di giovani dal territorio mentre, al contrario, le sedi universitarie rappresentano per le città che le ospitano dei poli culturali attraenti e delle opportunità di incontro che, per tutta la comunità, costituiscono un indiscutibile arricchimento del tessuto sociale, soprattutto in prospettiva futura.
Il fragoroso silenzio delle forze politiche sulla questione, assume quasi i contorni di un ostracismo francamente incomprensibile. In tempi di Recovery Fund, cioè di un’opportunità di crescita e di sviluppo irripetibili, si rincorrono progetti di dighe e di improbabili infrastrutture rimasti abbandonati per decenni (e già c’è chi dice che nessuno di quei progetti verrà preso in considerazione) ignorando con ostinazione e per ragioni misteriose una delle pochissime opportunità di sviluppo che il Biellese dovrebbe cercare di ottenere o, quanto meno, di avviare. Un altro treno perso verso un domani sempre più incerto e confuso.
Giorgio Pezzana
La rubrica di Giorgio Pezzana esce tutti i mercoledì sul giornale La Nuova Provincia di Biella
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