Attualità
Una casa per Giovannino: servono 40mila euro
BIELLA– Giovannino non ha bisogno soltanto di cure costanti e impegnative, ma anche di vivere in un luogo adatto a garantirne l’incolumità e lo sviluppo nonostante la sua grave malattia. È per questa ragione che la sua famiglia ha lanciato una raccolta di fondi on line: l’obiettivo è raccogliere i 40mila euro necessari a chiudere l’attuale mutuo, per poter così accedere a un nuovo finanziamento e trasferirsi vicino all’ospedale, in un alloggio più adeguato.
A raccontare la sua storia, spiegando i problemi che la famiglia sta affrontando, è Chiara, la mamma del bimbo di 14 mesi affetto dalla sclerosi tuberosa, patologia genetica rara.
«Attualmente – chiarisce – viviamo in un appartamento di 60 metri quadrati scarsi, a Mongrando. Quando lo acquistammo eravamo solo in due, quindi era perfetto, anche perché in teoria non avremmo potuto avere figli. Poi è arrivato il nostro primogenito, Enrico, che oggi ha 8 anni. Quando è nato abbiamo iniziato a pensare a un futuro trasferimento a Biella, città in cui già vivevamo, ma comunque non c’era alcuna urgenza. Nel frattempo siamo stati genitori affidatari di altri due bambini, ma anche in quel caso si trattava di periodi relativamente brevi, quindi siamo riusciti ad adattarci. Adesso, purtroppo, non è più possibile».
Con la nascita del piccolo Giovanni, infatti, è cambiato tutto.
«Il suo arrivo è stato una gioia inaspettata, una sorpresa – continua Chiara -. Quando a 4 mesi di vita gli è stata diagnosticata la sclerosi tuberosa, però, abbiamo capito che non c’era tempo da perdere. Giovanni ha bisogno di fare psicomotricità e quindi di spazio, gattona solo da un mese e mezzo e non sappiamo se e quando camminerà e con quali ausili. Quindi abbiamo messo in vendita la nostra casa, con l’intenzione di estinguere l’attuale mutuo e accenderne un altro per una casa che fosse più adatta alle nuove esigenze e meno pericolosa. Purtroppo, però, il tempo passa e non riusciamo a vendere».
Nel corso dei mesi sono emerse ulteriori criticità legate alla patologia: «Giovanni ha frequenti crisi epilettiche, difficili da controllare trattandosi di un bimbo in crescita e in continuo cambiamento. Quindi assume numerosi farmaci ogni giorno, medicine importanti che gli provocano una dispercezione degli spazi. Di conseguenza cade spesso e perde l’equilibrio facilmente e questo rappresenta un grave rischio vivendo in spazi angusti. Anche se ha il suo caschetto, bisogna stargli sempre attaccati perché in una casa di 60 metri quadrati inevitabilmente è pieno di spigoli ovunque».
Una situazione che si ripercuote anche sul fratello: «Enrico ha perso completamente i suoi spazi – conferma la madre -, abbiamo dovuto togliere addirittura la scrivania che usava per fare i compiti: anche per lui sta diventando una vita d’inferno. Anche perché il piccolo, a causa della malattia, dorme al massimo 3 o 4 ore per notte, poi si sveglia e come tutti i neonati fa i suoi versi, che – in spazi così piccoli e condivisi – tengono sveglio anche il fratello».
A questo si aggiunge una questione logistica. Giovanni deve essere seguito quotidianamente all’ospedale, per i genitori diventa quindi difficile conciliare lavoro e cure in città, con gli altri impegni familiari a Mongrando. Per questo, nonostante la massima disponibilità e sensibilità dimostrate da Anteo, società per la quale Chiara lavora (quando è stata diagnosticata la malattia, è stata spostata in ufficio e ha potuto contare su orari che le consentono di seguire al meglio Giovanni), un trasferimento a Biella, in un alloggio più grande e vicino all’ospedale e all’ufficio, è sempre più necessario.
Per questo, a malincuore, non trovando acquirenti, alla fine i due coniugi si sono decisi a chiedere aiuto.
«All’inizio ero titubante – confessa la donna -, perché lavoro fin da quando ero ragazzina e non sono abituata a chiedere. Ho sempre pensato che i sacrifici si fanno e non si dicono, ma mi sono resa conto che questa volta rimboccarci le maniche non basta. Questa situazione va oltre le mie possibilità. Quindi ho chiesto aiuto, ma è stato davvero difficile per il mio carattere».
La famiglia biellese ha anche già trovato un alloggio perfetto a Biella, ma prima deve liberarsi di quello di Mongrando: «Sarebbe molto comodo, però ovviamente va fermato e per farlo dobbiamo accedere a un altro mutuo. Se riuscissimo a vendere il nostro appartamento, sarebbe tutto più semplice, ma non ci siamo ancora riusciti. Per questo abbiamo avviato la raccolta fondi. Siamo un’infermiera e un operaio: anche se ci concedessero un secondo mutuo, non potremmo permetterci di averne due aperti contemporaneamente».
L’opzione casa popolare al momento non è stata considerata: «Credo che chiederla sarebbe poco rispettoso nei confronti di chi ha esigenze abitative gravissime, noi bene o male un tetto sopra la testa ce l’abbiamo e un mutuo possiamo sostenerlo. L’unico vero problema è riuscire a vendere al più presto questo alloggio».
Chi fosse interessato all’acquisto dell’appartamento, può rivolgersi al geometra Giovanni Succu, dell’agenzia Remax. Chi invece volesse dare il proprio contributo, può farlo con un versamento a questo iban: Giovanni Amosso – IT88Q0326844570024286538200, oppure aderendo alla campagna “Una casa per Giovannino” sul sito www.gofundme.com (in questo secondo caso è possibile effettuare donazioni soltanto attraverso carta di credito).
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