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Tu vuò fa’ l’americano ma sei nato in Italy

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BIELLA – Cari Amici, “tu vuò fa’ l’americano ma sei nato in Italy” cantava con grande maestria il mio conterraneo Renato Carosone. E mai colonna sonora potrebbe essere più azzeccata pensando alla sofferta elezione del democratico Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti tenuto conto delle origini siciliane della nuova first lady. Un pizzico di italianità che sicuramente avrà arricchito negli anni la vita del nuovo presidente eletto e che sono sicuro non mancherà di emergere già nelle sue prime uscite pubbliche.

Con la speranza di contribuire un po’ a calmare gli animi di quel grande paese che è l’America, alla cui costruzione molti italiani hanno dato tantissimo in termini di impegno e sacrifici. Con l’America esiste da sempre nella mia famiglia un legame molto forte che non si è mai interrotto, per questo ho seguito con grande interesse l’evolversi di queste elezioni americane. Nessuno nasce …IMPERATO era solita dire mia nonna Assunta… Imperato (appunto!!) quando ci voleva dare qualche prezioso insegnamento dei suoi, mia nonna che ricordo essere cugina di primo grado della moglie dell’ex governatore di New York Mario Cuomo, ospite anni orsono dell’amministrazione comunale di Tramonti mio paese natale.

Una dinastia politica d’eccellenza quella dei Cuomo, tenuto conto che oggi il figlio di Mario, Andrew, è il governatore dello stato di New York avendo ripercorso con successo le orme del padre. Come si vede siamo tutti un po’ americani, nel senso più inclusivo che questa parola ha rappresentato, dal finire della guerra, quando mia mamma mi raccontava della gioia del paese alla vista dei soldati americani che distribuivano cioccolata, sino ai giorni nostri in cui, a causa del Covid 19, abbiamo tutti bisogno di fiducia, solidarietà, speranza a livello globale.

“Curiamo insieme le nostre ferite” dice il neo presidente eletto nei suoi primi discorsi dopo l’elezione, facciamo in modo che sia realmente così, e mettiamo sul TRUMPolino di lancio tutti coloro che anche nel nostro paese più che una lotta alla pandemia mondiale ne fanno una questione di appartenenza politica. Tra governatori di Regione rossi, gialli e verdi c’è poco da scherzare, la TV e i mezzi di informazione poi non aiutano a far passare la paura. Riponiamo allora la nostra fiducia nel personale medico non nominato dalla politica che è da sempre in prima linea e che ha pagato a caro prezzo il proprio impegno alla causa nonostante strutture, apparecchiature, mezzi e strumenti vecchi e obsoleti, frutto di una politica sanitaria che in questo paese fa acqua da tutte le parti da decenni.

In conclusione, per venire a noi faccio al sindaco Corradino una domanda e una richiesta. La domanda è: “Caro sindaco, qui a Biella lato idee e iniziative che si potrebbero/dovrebbero prendere per alleggerire un po’ la situazione CUOMO siamo messi?”. La richiesta, invece, sarebbe più un gesto simbolico ma di sicuro impatto. A lui, immigrato come me in questa terra biellese, chiedo, una volta terminata questa emergenza mondiale, di invitare ufficialmente a Biella il governatore democratico Andrew Cuomo, un modo per rilanciare, da un lato, l’amicizia con gli USA, dall’altro l’idea di una Biella città creativa, aperta agli altri, desiderosa di confrontarsi con il mondo d’oltreoceano dall’alto delle sue eccellenze territoriali. Non siamo d’altronde tutti un po’ americani?

Luigi Apicella

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