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Trombosi: i sintomi a cui deve stare attento chi ha fatto la prima dose del vaccino AstraZeneca
Edema o dolore agli arti, dolore toracico, difficoltà respiratoria, cefalea (ovvero mal di testa) persistente: sono questi i sintomi a cui deve prestare attenzione chi ha fatto la prima dose del vaccino AstraZeneca avvertendo il proprio medico curante per valutare il rischio di una trombosi del seno cerebrale o trombosi venosa cerebrale dopo i sette casi su 1,6 milioni di vaccini somministrati in Germania.
Trombosi: i sintomi a cui deve stare attento chi ha fatto la prima dose del vaccino AstraZeneca
Li ha elencati ieri la Sistet, ovvero la Società italiana per lo studio dell’emostasi e della trombosi sottolineando però che questi sintomi “vanno riferiti al proprio medico e attentamente valutati, indipendentemente dalla pratica vaccinale”. E segnalando anche che “ritiene che con i dati attualmente disponibili i benefici della vaccinazione superino nettamente i potenziali rischi e raccomanda la vaccinazione a tutti i soggetti, compresi i pazienti con storia pregressa di complicanze trombotiche e i soggetti portatori di anomalie della coagulazione di tipo trombofilico”. Una raccomandazione che arriva anche tenendo conto “che l’infezione Covid-19 in forma clinicamente significativa è associata ad un significativo aumento del rischio trombotico”, precisa la Società. Pertanto la Siset “in condivisione di quanto espresso dall’International society on thrombosis and hemostasis (Isth)- si legge nella nota- raccomanda che tutti i soggetti eleggibili si sottopongano a vaccinazione anti-Covid-19 secondo i piani vaccinali predisposti dalle Autorità nazionale e regionali”.
L’European Medicines Agency (Ema) “ha comunicato che alla data del 10 marzo il sistema di vigilanza europeo degli eventi avversi EudraVigilance aveva registrato 30 casi di eventi trombotici in 5 milioni di soggetti vaccinati con il vaccino AstraZeneca. Questo numero- continua la Siset- è paragonabile al tasso di trombosi abitualmente registrato nella popolazione generale e al momento non è possibile stabilire se ci sia stato un nesso di causalità tra la vaccinazione e gli eventi trombotici, o se gli eventi siano avvenuti solo per coincidenza. Negli studi registrativi con stretta sorveglianza degli eventi avversi non e’ stato segnalato alcun aumento del rischio di trombosi”. Inoltre, la Siset scoraggia “perché non basato su nessuna evidenza – sottolinea la Siset- l’impiego di farmaci antitrombotici in occasione o dopo la vaccinazione, a meno che non siano già assunti per una prescrizione medica precedente”. E precisa che “effettuare in assenza di sintomatologia esami di laboratorio o strumentali tesi a monitorare un supposto rischio trombotico non ha motivazione.
Ieri l’Agenzia del farmaco della Danimarca ha inviato una lettera a tutti i vaccinati con AstraZeneca negli ultimi 14 giorni per segnalare i sintomi allarmanti di effetti collaterali. Nella comunicazione in particolare si invitano i vaccinati a contattare il proprio medico in caso di sanguinamento della pelle o delle mucose. In caso della comparsa di lividi, eccetto che nel punto in cui è stata effettuata l’iniezione, o di piccole macchie rosse sulla pelle o sanguinamento eccessivo. È normale invece, sottolinea l’Agenzia danese, provare dolore o avere un arrossamento sul punto dell’iniezione, affaticamento, mal di testa, dolori muscolari e articolari, brividi e febbre. Avere sintomi simili all’influenza, si spiega, significa che il sistema immunitario sta reagendo al vaccino. Quanto ai sintomi che possano indicare la formazione di coaguli di sangue, l’autorità danese invita a tenere d’occhio la comparsa di un “forte mal di testa, forte mal di stomaco, il raffreddamento di una gamba, dolore improvviso e inaspettato in parti del corpo, difficoltà respiratorie, paralisi di un lato del corpo. In generale si consiglia di consultare il proprio medico se i durano più di tre giorni dal vaccino.
Entro quanto tempo si verifica una reazione avversa al vaccino e quali sono i sintomi di un evento trombotico
L’ematologa Lidia Rota Vender, presidente di Alt (Associazione per la lotta alla trombosi), ha invece spiegato all’agenzia di stampa Ansa che uno dei sintomi caratterizzanti della trombosi dei seni venosi cerebrali è un dolore di testa persistente da giorni: “Si tratta del tipo di trombosi associata più spesso ai contraccettivi orali e al parto – continua è anche per questo che è più frequente nelle donne”. I casi di trombosi sotto esame ora, perchè avvenuti a poca distanza del vaccino di AstraZeneca, “possono essere una coincidenza temporale – sottolinea – Non dobbiamo dimenticare che ogni anno in Italia ci sono 600.000 casi e 200.000 persone che muoiono per malattie da trombosi”. A chi ha un maggior rischio di trombosi, perché magari ha già avuto un evento o presenta una mutazione in alcuni fattori della coagulazione, come il fattore V di Leiden o II della protrombina (frequenti queste ultime due fino a 5 persone su 100) e ha già fatto la prima dose di vaccino può stare tranquillo – sottolinea Rota Vender – Anche chi deve fare la seconda dose può stare tranquillo”. Chi invece ancora non ha fatto il vaccino e presenta questi fattori di trombofilia, conclude, “può sentire il proprio medico curante per fare una valutazione del proprio rischio. Ma dobbiamo aspettare l’esito delle ricerche scientifiche, visto che al momento non abbiamo notizie certe né dati pubblicati”.
Va segnalato che una reazione avversa al vaccino compare entro le 72 ore, e dunque chi è stato vaccinato da diversi giorni senza accusare sintomi non ha motivi di preoccuparsi. Le reazioni di modesta entità come febbre o mal di testa e i dolori muscolari scompaiono presto: se non spariscono va contattato il medico. Gli altri sintomi di un problema trombotico a cui prestare attenzione sono la sensazione prolungata di mal di testa o la testa pesante, la comparsa di macchie rosse sottopelle e il sanguinamento che potrebbe far pensare a un calo di piastrine che è apparso associato a coaguli nel sangue. A proposito dell’esame di coagulazione del sangue di cui si parla in questi giorni, non ci sono esami o terapie preventive a disposizione e quindi non bisogna assumere farmaci fluidificanti né fare esami. Il Paul-Ehrilch-Institut di Berlino ha comunicato nei giorni scorsi di aver notato “un accumulo impressionante di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena del seno) in connessione con una carenza di piastrine del sangue (trombocitopenia) e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca”. Quanti casi? “Al momento sono stati riportati 7 casi di trombosi venose cerebrali su 1,6 milioni di vaccini somministrati in Germania”, ha detto Spahn in conferenza stampa. “Si tratta di un rischio molto basso. Ma se dovesse rilevarsi un collegamento con il vaccino, sarebbe superiore alla media”, ha sostenuto.
Cosa deve fare chi ha ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca e chi aveva la prenotazione
Antonio Clavenna, farmacoepidemiologo dell’Istituto Mario Negri di Milano, durante il programma programma Gli Inascoltabili su Nsl radio ha invece spiegato che chi ha avuto la prima dose di vaccino anti-Covid di AstraZeneca ed è in attesa della seconda non dovrebbe preoccuparsi: “è possibile che la vaccinazione venga poi ripresa, anche pensando che l’intervallo fra le due dosi è di tre mesi, quindi c’è tutto il tempo”. A chi invece è preoccupato dopo aver ricevuto la prima dose, Clavenna dice che “se non ha avuto problemi o sintomi gravi dopo la vaccinazione, non ha motivi particolari di preoccuparsi. Con sintomi particolarmente prolungati nel tempo, come ad esempio un mal di testa particolarmente forte da 3 o 4 giorni, è necessario contattare il proprio medico per valutare il da farsi, ma questo vale in generale non solo per chi si è vaccinato. In presenza di sintomi strani e prolungati nel tempo è sempre bene rivolgersi al proprio medico”.
Chi aveva la prenotazione per ricevere la prima dose del vaccino AstraZeneca? “Le somministrazioni sono bloccate fino a domani quando è atteso il pronunciamento dell’Ema — spiega oggi a Repubblica Roberto Ieraci, referente scientifico della campagna vaccinale del Lazio — . Gli appuntamenti verranno tutti riprogrammati e potrebbero portare a uno slittamento anche di quelli dei giorni successivi. La riprogrammazione dipende dalle regioni. I cittadini interessati dovrebbero aver ricevuto un messaggio in cui li si avverte dello stop. Verranno riconvocati con messaggio o via mail quando riprenderanno le vaccinazioni”. Ieraci spiega anche che non è possibile rifiutare il vaccino AstraZeneca e chiedere di aver somministrato un altro farmaco: “Ogni cittadino può scegliere se aderire alla campagna vaccinale o meno. Ma chi si è prenotato può solo eventualmente disdire. Se conferma la prenotazione, non può scegliere quale vaccino aver fatto. Avrà somministrato quello previsto per la sua categoria e fascia d’età”.
E chi ha avuto iniettata la prima dose con Astrazeneca può ricevere la seconda di un altro farmaco? “In teoria sì – conclude Ieraci non ci sono evidenze cliniche che lo impediscono. Ma di norma questo avviene soltanto nel caso in cui ci sia stata una pesante reazione avversa o un caso di anafilassi con un farmaco e allora i sanitari possono decidere di fare il richiamo con un altro – spiega Ieraci -. La scheda tecnica di ogni vaccino prevede però che la seconda dose sia fatta con lo stesso farmaco, quindi non è ipotizzabile che un cittadino che abbia ricevuto Astrazeneca senza nessuna reazione avversa rifiuti il richiamo e lo richieda con Pfizer o Moderna”.
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