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Si litiga anche per la cacca

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La non notizia della settimana è che la nostra provincia è ai primi posti in percentuale per reati legati alla violenza: percosse e maltrattamenti in famiglia, violenze private, minacce, ingiurie e diffamazioni. No, non c’entrano i frequentatori abituali dei giardini pubblici sceriffati da quest’amministrazione con l’occhio vigile: i casi più frequenti sono derivanti da liti parentali, di vicinato e di lavoro, violazioni al codice della strada, schiamazzi e cose del genere. Roba forte, mica come il Bronx di una volta. A pensarci per bene non saprei neanche che domande pormi per darmi delle risposte e capirci qualcosa. Forse mandare in analisi l’intera popolazione potrebbe avere un senso, per poi avere una spiegazione. La favoletta del Biellese isola felice non me la sono mai bevuta, malpensante come sono in un’isola di benpensanti a cottimo.
E in mancanza di mega risse ai Giardini, leggo notizie titolate “Lite per la cacca del cane malato”: che vita di merda. Perché forse è proprio questa l’unica risposta possibile da dare alle domande taciute: facciamo una vita di merda. “Picchia la vicina per la cacca del cane” – è successo davvero! – è l’immagine che mi perseguiterà con il Mucrone sullo sfondo, anche se poco illuminato. L’immagine assurta a paradigma di un malessere diffuso come fossimo una puntata dei Simpson e non uno dei distretti che hanno fatto la storia del tessile nel mondo. Capire i motivi di questo primato nascosto dalla statistica, restando seri, non è cosa semplice da risolversi in queste righe.
È che forse ci siamo disegnati male già da tempo: dal tempo in cui non facciamo che definirci col passato, insofferenti come siamo nei confronti del presente e senza nessuna prospettiva di futuro. Continuiamo a prenderci a cazzotti agli incroci, invocando l’antiterrorismo se il vicino alza il volume invece di goderci la musica che rompe il silenzio di memoria fordista, ora che le fabbriche non ci sono più. Anzi, che sono ancora qui con lo sguardo perso nel vuoto che hanno dentro, mentre l’umanità che le animava è rimasta fuori. A guardare la vita di merda che c’è, a pensare alla vita di merda che ci sarà se non puntiamo la sveglia dritta in faccia al futuro che verrà, e che saremo.

 

Lele Ghisio

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