Attualità
Shopping di massa come un amaro sberleffo
BIELLA – Riaprono i negozi ed esplode lo shopping natalizio. Dopo il primo giorno già emergono commenti allarmati ed allarmanti, da quello del governatore del Piemonte, Alberto Cirio, che parla di “assembramenti inaccettabili” riferendosi in special modo alle vie del centro di Torino, prese d’assalto domenica scorsa, a quello della Sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, che definisce l’accaduto “sconcertante”, pensando anche alle altre città ove la folla si è riversata nelle strade come se la pandemia non fosse mai esistita.
A Biella naturalmente il fenomeno è apparso meno evidente, trattandosi di un capoluogo più piccolo e con una percentuale di popolazione anziana più elevata. Ma è un fatto che di questo passo a gennaio gran parte dell’Italia tornerà ad essere zona rossa. E suona quasi profetica la frase dell’infermiera simbolo del lockdown di marzo, Elena Pagliarini dell’ospedale di Cremona, quella fotografata schiantata dal sonno sulla tastiera di un pc dopo ore ed ore di servizio tra i contagiati, la quale nei giorni scorsi commentava quasi con rabbia.
“…Qui ci si preoccupa del pranzo di Natale… preoccupatevi di non farlo in ospedale…” e qualcuno aveva ribattuto stizzito “Basta terrorismo!”.
Terrorismo? Quell’infermiera con il covid ci ha avuto a che fare per settimane, lo conosce, lo ha incontrato nell’ansia e nella preoccupazione di centinaia di malati e loro familiari, ha visto gente morire. E ancora in questi giorni, non è il caso di andare lontano, anche all’ospedale di Biella vi sono decine di pazienti che stanno lottando contro il virus. Nonostante le alzate d’ingegno di qualche buontempone che gioca con il telefonino cercando di dimostrare che l’ospedale è semivuoto.
E mentre dalla Svizzera giungono i richiami delle sirene delle nevi, che vorrebbero speculare sulla chiusura degli impianti in Italia ed in Europa, da San Marino giunge notizia che ogni domenica migliaia di romagnoli varcano il simbolico confine dello staterello ove i negozi, i bar ed i ristoranti non sono stati chiusi. Ma il problema non è solo di chi, sconsideratamente ed incurante delle esortazioni alla prudenza, si lancia insofferente per le strade e nei negozi, ma è soprattutto di coloro che, facendolo, pensano di fare uno sberleffo alla “dittatura sanitaria” imposta da un Governo cinico e baro. Un po’ come quell’uomo che si taglia gli attributi per far dispetto alla moglie.
Giorgio Pezzana
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