Attualità
«Senza gambe, sono prigioniero nella mia casa: devo affrontare trenta gradini a forza di braccia»
Sergio Cuniolio, 63 anni di Chiavazza, ha bisogno di un montascale: «Ma costa 18mila euro, non possiamo permettercelo»
BIELLA – Prigioniero, all’interno della sua stessa casa, a Chiavazza. Sergio Cuniolio ha deciso di diffondere e raccontare la situazione che si trova a vivere. Abita a Biella, in via cascina Cortella e la sua vita è una lotta continua, contro mille difficoltà. Alcune delle quali sono ormai divenute insostenibili.
Ci racconta qual è il problema?
Io mi chiamo Sergio Cuniolio, ho 63 anni all’anagrafe ma solo una ventina nel cuore, la mia difficoltà più grande non è la doppia amputazione degli arti inferiori, con la quale ho ormai imparato a convivere, e non è nemmeno la gestione di due parenti anziane e inferme, ma sono i 30 gradini che mi dividono dal mio appartamento, situato al primo piano. Sono esausto, ogni giorno devo fare queste scale sedendomi su un gradino alla volta. Sorreggendomi con le braccia, da seduto, li salgo uno ad uno e sembra una scalata infinita.
Andiamo per ordine, com’è iniziata questa storia?
Nel 2007 l’insorgenza della mia malattia, un’insufficienza renale grave, mi ha costretto alla terapia emodialitica, nel 2008 mi hanno chiamato per il trapianto renale ed è andato tutto bene per quattro anni, fino al rigetto dell’organo, quindi sono dovuto ritornare in dialisi. A fine 2015 a causa di seri problemi di calcificazione, il 31 dicembre per l’esattezza, mi hanno amputato la gamba sinistra; dopo solo sei mesi, ancora ulcere e cancrena: a giugno anche la destra era irrecuperabile.
Fuori di casa, lei appare tenace e autonomo negli spostamenti. Guida anche l’auto, giusto?
Sì, è così, non mi sono mai arreso. Ad agosto ho già comprato la macchina, la voglia di lottare non mi è mai mancata. E, nel mentre, ho sempre continuato a prendermi cura di mia mamma anziana e inferma con tanti problemi fisici, ma a livello cognitivo perfetta. Con noi c’è anche la zia di 96 anni. Ma aldilà del calvario che è stata la mia vita, oggi la mia difficoltà è salire al primo piano dove abito, una mole di lavoro che mi sfianca.
Non ha mai pensato di cambiare casa?
Due persone anziane da guardare: al pian terreno la zia con una badante, io e mia mamma al primo piano. Certo che ci ho pensato, ma è impossibile spostare entrambe, si rifiutano, vogliono continuare a vivere dove hanno sempre vissuto. E, al tempo stesso, anche io voglio restare.
Quindi, che cosa le servirebbe?
Un montascale, che però costa 18mila euro, o un ascensore, che addirittura ne costa 30mila. Noi non abbiamo questi soldi, andiamo avanti con le rispettive pensioni. Ho bisogno di aiuto.
Il tono di voce di Sergio, si fa via via più sottile.
Non ho mai chiesto nulla ma credo che una persona con i miei limiti fisici, abbia diritto a qualche esenzione o aiuto da parte delle istituzioni. Sono diventato prigioniero della mia stessa casa.
La risposta dei servizi sociali
Per non rischiare che questo appello cadesse nel vuoto, abbiamo raggiunto l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Biella, Isabella Scaramuzzi, che intanto non era a conoscenza di questa situazione ed ha promesso di farsi carico del problema. Ha immediatamente controllato che ci fossero ancora dei fondi regionali destinati all’abbattimento della barriere architettoniche.
«Fortunatamente i fondi sono ancora disponibili – ha affermato l’assessore Scaramuzzi -, bisognerà inoltrare le pratiche. Per affiancare concretamente Sergio e la sua famiglia, io e i miei uffici, siamo a disposizione». «Sono tante le situazioni problematiche che abitano la città di Biella – ha concluso Isabella Scaramuzzi – ed è oggettivamente difficile conoscerle tutte, sono contenta che questo signore abbia trovato il modo di chiedere aiuto e noi faremo di tutto anche per creare una rete di sostegno intorno a lui».
L’assessore ha ricordato anche che è possibile rivolgersi ai servizi sociali del comune di Biella, via telefono o via mail. Recentemente è stata anche istituita una nuova App “Biella Facile” . Si scarica velocemente, ci si registra attraverso lo “Spid” ed in un attimo si è connessi con molteplici servizi, tra questi anche gli sportelli dei servizi sociali.
k.r.
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