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Scalata dell’Aconcagua: «Siamo tornati indietro perchè un compagno era in crisi»
Scalata dell’Aconcagua: «Siamo tornati indietro perchè un compagno era in crisi»
Impresa
«La montagna non fa sconti. Fermarci è stato un atto di buon senso, specie nei confronti di un compagno di salita in difficoltà»: Nico Valsesia racconta così il tentativo dei giorni scorsi di raggiungere la vetta dell’Aconcagua (leggi qui) insieme al direttore generale della Fondazione Tempia Pietro Presti e al videomaker Alessandro Beltrame, nella missione #7K4thefuture, nata per raccogliere fondi per un progetto legato ai bambini lungodegenti dell’ospedale di Novara.
«Siamo partiti in condizioni difficili, ma non è una sorpresa da quelle parti» racconta l’atleta di Borgomanero, che nel suo curriculum ha anche il record di salita non stop dal livello del mare alla vetta proprio sull’Aconcagua. «Per Pietro Presti la difficoltà non poteva che essere maggiore, data la sua inesperienza. E durante la salita ci siamo accorti che era arrivato ai limiti della fatica». Sono quelli i momenti in cui invece l’esperienza è preziosa e il senso di responsabilità diventa la voce da ascoltare, più della voglia di andare avanti: «Era allo stremo delle forze e nelle sue condizioni non è stata semplice nemmeno la discesa al campo base. In questi casi nessuno deve restare solo: si parte e si ritorna tutti insieme. E insieme si dà coraggio e sostegno a chi è più in difficoltà».
Prima di lasciare l’Argentina, come da programmi, Valsesia ha aiutato Presti a preparare il secondo tentativo, affidandolo a guide di sua fiducia: «Non sarà per nulla semplice» aggiunge «perché sopportare la fatica della salita a quelle temperature e a quell’altitudine richiede un allenamento che chi non è professionista difficilmente riesce ad avere. Ma sarà seguito da persone esperte».
Comunque vada, il vero obiettivo di #7K4thefuture è un altro: rivolgere l’attenzione verso il progetto di cui l’impresa sulle Ande è solo la copertina. L’obiettivo finale di Fondazione Tempia e Fondazione Agnelli è di attivare nel reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale Maggiore della Carità di Novara una struttura in grado di collegarsi in audio e video con le scuole dei giovanissimi pazienti per far sì che non solo possano restare in pari con il programma di studio ma che si sentano come in classe, con un beneficio psicologico che si somma a quello didattico. La Fondazione Agnelli ha promosso un progetto simile a Torino fin dal 2015 e una prima fase sperimentale è stata avviata nei mesi scorsi anche a Novara. La raccolta fondi è aperta a tutti via web all’indirizzo www.7K4thefuture.it
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