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Ripartenza post pandemia, un problema per le aree protette e montane del Biellese

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esercitazioni militari

“Come prima, più di prima.” E’ con queste parole che il Circolo Biellese “Tavo Burat” di Legambiente definisce nel suo comunicato la ripartenza post pandemia per quanto concerne l’improprio sfruttamento delle aree protette o dell’ambiente montano.

Stilando poi un elenco dettagliato delle zone interessate “dall’improprio sfruttamento”:

  • il Rally della Lana nella “RISERVA SPECIALE DEL SACRO MONTE DI OROPA”
  • la gara di motonautica nella “ZONA SPECIALE DI CONSERVAZIONE E ZONA DI PROTEZIONE SPECIALE IT1110020 – LAGO DI VIVERONE”
  • il potenziamento dell’innevamento artificiale con la realizzazione di un invaso artificiale nel SITO DI INTERESSE COMUNITARIO VAL SESSERA – IT1130002
  • le esercitazioni militari nelle Baragge nella RISERVA NATURALE DELLE BARAGGE E S.I.C. “BARAGGIA DI CANDELO IT 1130003”

Il comunicato continua

“Tutte attività che comportano un elevato consumo energetico (fossile) e che determinato indubbi impatti ambientali (emissioni, rumore con disturbo della fauna, alterazione dei suoli, ecc.). Attività che, in un paese civile, dovrebbero essere sempre escluse non solo per il perseguimento della biodiversità ma, anche, per ragioni educative. Viceversa in Italia si insegna sostanzialmente che tutte le tutele ambientali possono sempre venire meno, rientrano nella discrezionalità politico-amministrativa.

Ovviamente tutte queste attività sono state autorizzate essenzialmente in deroga ai principi istitutivi di queste aree protette. Ovvero i principali responsabili per la mancata tutela di queste aree sono gli stessi gestori o gli enti preposti alla tutela dell’ambiente: Regione Piemonte, Provincia di Biella, i vari Comuni, l’ARPA, Enti Parco, ecc.

La promozione turistico sportiva in particolare, anche nella sua versione wellness, benessere, non è declinata avendo presente che in quelle aree dovrebbero essere osservate tutele e limitazioni. La filosofia sempre più pregnante è quella della “natura da sfruttare”, subordinando la tutela agli interessi economici.

Gli obiettivi di promozione turistica nel biellese, con una fondazione di imprenditori locali che punta al raddoppio delle presenze (da 250.000 a 500.000 turisti nel 2030) non possono essere condotti e perseguiti in assenza di “bilanciamento”, ovvero con SIC e Aree protette effettivamente funzionanti e con piena autonomia e terzietà di indirizzo rispetto ai desiderata turistico-imprenditoriali (ad oggi, giusto per promemoria, non sono definiti i Piani di Gestione, individuati gli specifici Enti Gestori, i bilanci sono dimezzati, manca il personale e gli addetti alla vigilanza, ecc.).

Legambiente richiama dunque al severo rischio che delle aree a tutela ambientale, già molto frammentate e gravate da tante pressioni antropiche, se ne faccia un uso quale “parco giochi” (anche bellici), mera attrazione in cui scorrazzare senza alcun rispetto. “Conservare” richiede altro approccio.

Legambiente Circolo Biellese “Tavo Burat”

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