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Per il vino piemontese è boom di esportazioni: nei primi sei mesi +16% rispetto al 2020

Aumentano anche i consumi interni

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Per il vino piemontese è boom di esportazioni: nei primi sei mesi +16% rispetto al 2020

Con la riapertura della ristorazione in tutto il mondo e la ripresa delle esportazioni si stima un fatturato superiore agli 11 miliardi per il vino italiano nel 2021. E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Assoenologi-Ismea-Uiv. Un fatturato raggiunto grazie all’aumento dei consumi interni e delle esportazioni. L’Italia nonostante le difficolta dell’anno del Covid resta leader mondiale davanti a Spagna e Francia.

Il mercato sta dando buoni segnali di ripresa post Covid con le riaperture delle attività ristorative e con l’export che nei primi sei mesi del 2021 ha fatto segnare il +16% rispetto allo scorso anno per il vino piemontese che, proprio per le sue elevate qualità, é particolarmente richiesto in Cina, Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna. Grande interesse – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – per l’enoturismo nel nostri territori che, per l’estate e per i prossimi mesi autunnali, sono meta di numerosi turisti italiani ed europei curiosi di scoprire le nostre cantine, le peculiarità dei pregiati vini Made in Piemonte e degustare i nostri piatti tipici in abbinamento“.

Con la vendemmia si attiva, oltretutto, un sistema che impiega almeno 42 mila addetti in Piemonte offrendo opportunità di lavoro direttamente in vigna, in cantina e nella distribuzione commerciale. Il vitivinicolo piemontese conta 14 mila imprese, 43 mila ettari di superficie vitata ed attrae tanti giovani imprenditori che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice”.

L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – continuano Moncalvo e Rivarossa – è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing ed il rapporto sempre più direttore con i consumatori. A preoccupare sono le nuove politiche europee come la proposta di mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie per scoraggiare il consumo o anche il via libera dell’Unione Europea a nuove pratiche enologiche come la dealcolazione parziale e totale che secondo Coldiretti rappresenta un grosso rischio ed un precedente pericolosissimo permettendo di chiamare ancora vino un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità“.

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