Attualità
Per il terzo inverno consecutivo a Oropa niente funivia
Gionata Pirali: «Il futuro dell’impianto? Non ne so nulla»
BIELLA – «Per il terzo inverno consecutivo la funivia resterà chiusa, senza contare il difficile periodo “Covid”… In questo modo la stessa esistenza della Fondazione Funivie d’Oropa è a rischio». Parola del presidente Gionata Pirali, alle prese con una delle grane più grosse del Biellese, l’impianto simbolo delle nostre montagne bloccato per lavori di revisione che paiono impossibili da realizzare in barba ai proclami di vocazione turistica e patrimonio Unesco.
«La partita in realtà è in mano al Comune – aggiunge e spiega Pirali -. Apprendo semplicemente gli sviluppi della vicenda dai giornali. Così ho saputo che a metà dello scorso mese di giugno, era stata fissata la data ultima per la manifestazione d’interesse a progettare l’intervento di riqualificazione. Come sia andata la procedura e con che tempi si muova lo ignoro».
Sulla situazione dell’ente, Pirali non ci gira intorno: «La Fondazione viveva dei proventi della funivia, appunto bloccata da anni. Quindi siamo in enorme difficoltà. Avevamo 14 lavoratori, che abbiamo dovuto licenziare. Per fortuna tutti hanno trovato altri lavori, ma resta l’amarezza di un patrimonio di professionalità e umano disperso. Certo, il giorno che riapriremo sappiamo a chi rivolgerci. Ma intanto questa è la situazione».
Pirali commenta alcune esternazioni uscite sui social, in materia di costi e di prezzi. «E’ dal 1962 che tutti i soggetti interessati del territorio sanno che l’impianto doveva fare la revisione generale per il raggiungimento del fine vita tecnico – commenta -. Nel 2020 grazie al contributo del Santuario di Oropa è stato consegnato al Comune di Biella il progetto preliminare contenente tutte le opere da realizzare in fase di revisione richieste dal Ministero competente, compresa la sostituzione della fune portante. Poi che i prezzi delle materie prime, dell’energia e della manodopera siano aumentati è innegabile. Non so se questo giustifichi un tempo così lungo per la definizione dell’iter di revisione, non sono competente in merito. Il punto non è informare il sottoscritto o l’ente che presiedo. Non c’è nessun obbligo. Informare i biellesi, però, dovrebbe essere un dovere».
I problemi che paiono bloccare il ripristino dell’impianto, sono diversi. Certamente i soldi fanno la loro parte. Nel senso che i 5 milioni di euro stanziati da amministrazione di Biella, Provincia e Regione nel 2021, per gli interventi di revisione, indispensabili per il proseguimento della vita tecnica dell’impianto, non bastano più. E questo a causa dei rincari dei materiali che superano il 40% dell’importo. E così il primo bando comunale andò deserto. Molto probabilmente anche questo secondo. Colpa della politica o delle capacità tecniche degli uffici comunali? Il sindaco Claudio Corradino ha spesso parlato dell’imperativo di salvare l’impianto. La fine del tunnel, però, non pare proprio all’orizzonte.
Paolo La Bua
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Ardmando
8 Ottobre 2023 at 8:32
Nulla di nuovo da aggiungere alla lunga storia di pessima gestione della giunta Corradino, al quale auguriamo maggior fortuna con una zappa in mano in un campo di patate, piuttosto che vederlo nuovamente a fare danni alla città di Biella.