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Ospedale, 17mila visite in attesa a causa del Covid-19

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BIELLA – Oltre 17 mila prestazioni inevase nell’ospedale di Biella. E’ questo il quadro di visite mancate, controlli impossibili da fare e operazioni rimandate a chissà quando nella nuova struttura di Ponderano. A creare questa cifra record di ritardi, ovviamente, l’emergenza sanitaria in corso legata al “Corona-virus”.
A denunciare lo stato dell’arte, Cristina Martiner, responsabile della funzione pubblica della Cgil: «Anche prima della pandemia c’erano liste d’attesa con alcune criticità. Ora invece siamo a una situazione drammatica, con reparti e alcune tipologie di visite in cui è impossibile addirittura avere una data certa per una visita. Il caso più clamoroso che ci viene segnalato è quello delle visite oculistiche».
La sindacalista però non punta il dito contro la direzione dell’Azienda sanitaria ma, soprattutto, con la politica, a livello regionale. «Certo, perché in pratica la Regione Piemonte ha chiesto agli ospedali di risolvere i problemi di lista d’attesa, senza però dare alcuna risorsa aggiuntiva per farlo – spiega -. E così gli ospedali regionali, quindi anche il nostro, con il medesimo numero di personale medico e sanitario si sono trovati nella condizione impossibile di smaltire l’accumulo di prestazioni legate a mesi di blocco per il “Covid-19”. Un’operazione impossibile, non per colpa loro”.
La sindacalista aggiunge: «Per fare fronte all’emergenza, i medici vengono invitati a lavorare sei giorni su sette, compreso quindi il sabato e per un maggiore numero di ore. Ma si tratta di un palliativo. Non può certo essere questa la soluzione strutturale a un problema tanto vasto. Con il rischio, tra l’altro, di stressare ulteriormente il personale medico e infermieristico che è, tra l’altro, appena uscito dalla gestione più critica e acuta dell’emergenza sanitaria. Servirebbe, insomma, una vera operazione di assunzione di nuovo personale. In mancanza di questo è stato firmato un accordo sindacale con la direzione dell’azienda sanitaria e le organizzazioni sindacali di categoria dei medici e del personale del comparto che prevede prestazioni aggiuntive remunerate. L’obiettivo che ci è stato prospettato è di effettuare circa 4500 prestazioni nell’arco di quattro mesi» conclude la sindacalista della Cgil, Martiner.
A fronte di questa criticità come risponde l’Asl? «L’Azienda sanitaria locale – si legge in una nota ufficiale dell’azienda dei giorni scorsi – ha già da tempo avviato un piano di recupero per le prestazioni arretrate sospese durante il periodo di emergenza “Covid”. Su un totale di circa 28.600 prestazioni non eseguite alla data del 29 maggio ne sono state riprogrammate circa 12 mila».
«Per quanto attiene la parte di prestazioni rimanente, e ancora sospese – continua la direzione sanitaria biellese – da questa settimana, così come realizzato in altre aziende sanitarie, inizierà un processo di invio massivo di sms ai cittadini interessati con l’indicazione della nuova data di visita. Inoltre è stato previsto un piano di lavoro aggiuntivo per i professionisti, pagato dall’azienda con fondi propri, per ampliare l’offerta di disponibilità, in termini di giorni e orari».


Paolo La Bua

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