Attualità
No alla privatizzazione dei Pronto Soccorso in Piemonte
“La Regione investa nei servizi sanitari territoriali”
No alla privatizzazione dei Pronto Soccorso in Piemonte
No alla privatizzazione dei Pronto Soccorso in Piemonte
Il privato torna nuovamente a farsi vivo, dopo che già mesi fa aveva insistentemente dato mostra di voler inserirsi nella crisi dei pronto soccorso – dichiara Alberto Deambrogio segretario regionale del PRC-SE – Questa volta l’assessore Icardi accoglie la disponibilità ammantandola con i crismi dell’efficienza lombarda da esportare qui come esempio. Ha mille volte ragione la dottoressa Rivetti, che segnala come problema alla base dei pronto soccorso intasati l’impossibilità di trasferire tempestivamente i pazienti in reparto. Rivetti parla poi di accessi impropri. Qui bisogna aggiungere che questi ultimi ci sono perché troppe persone, nello specifico anziane e croniche, arrivano in pronto soccorso perché non hanno alternative per compensare e stabilizzare la loro situazione di salute. Allora riemerge con forza il grande assente delle politiche regionali: un piano decente di cure primarie, di presa in carico delle fragilità e delle cronicità. Il territorio negletto porta alla crisi senza uscita dell’emergenza urgenza che è obbligato a trattare casi che si potrebbero vedere altrove.
Se guardiamo poi agli esempi, in gran parte torinesi, che dovrebbero servire per affidare al privato il servizio di pronto soccorso, vediamo subito che le prestigiose cliniche citate non avrebbero certo la capienza di letto per assicurare la post acuzie derivante dal nuovo servizio.
Il privato può poi, forse, avere più flessibilità nella gestione del personale scarso dappertutto, ma bisogna anche segnalare che questa possibilità gli deriva dal fatto che può mettere in servizio personale anziano, già arrivato alla pensione. Quali sarebbero le ricadute in termini di qualità del servizio?
Alla fine con questa ennesima mossa – conclude Deambrogio – Icardi e la sua giunta provano a dimostrare di fare qualcosa su un problema assai spinoso, mentre il privato può guadagnarsi la patente di attore profondamente responsabile di fronte alle difficoltà del pubblico. Pensiamo a questo connubio grandemente irresponsabile di fronte alla nefasta possibilità di approvazione delle norme sulla autonomia regionale differenziata: avremmo le porte aperte ad azioni di questo tipo, che non sarebbero più sperimentali, ma diverrebbero la norma sancita.
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