Attualità
Molti bambini vengono allontanati dalle loro famiglie per trascuratezza e incuria
Intervista all’assessore regionale Chiara Caucino
È stata firmata la scorsa settimana una lettera aperta da parte dei sindaci biellesi destinata all’assessore al Welfare della Regione Piemonte, Chiara Caucino, in cui si chiedeva la revisione di alcuni punti di “Allontanamento zero”, il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale nel 2019, che prevede interventi a sostegno della genitorialità e norme per la prevenzione degli allontanamenti; in particolare mira a sostenere le famiglie di origine affinché queste riescano «ad esprimere appieno le proprie risorse potenziali, assicurando un ambiente idoneo a consentire la crescita armonica del minore nella propria famiglia».
Assessore, può restituirci la fotografia attuale della situazione legata agli allontanamenti in Piemonte?
«Secondo i dati più recenti, gli allontanamenti in Piemonte avvengono in percentuale per i seguenti motivi: 29,7% per trascuratezza e incuria, 24,3% a causa di sistemi educativi non pienamente corrispondenti alle necessità dei bambini, 19,2% per problemi di salute di uno o entrambi i genitori e il 7,7% si deve a gravi problemi psicologici, psichici o comportamentali del minore. Solo il 18,2% dei casi è assolutamente giustificabile perché dovuto per il 12,4% a maltrattamenti, per il 3% a sospetto abuso e per il 2,8% a problemi giudiziari di uno o entrambi i genitori. In questi ultimi casi è necessario intervenire con estrema prontezza, ma il restante 80,9% degli allontanamenti di minori potrebbe essere evitato con adeguati interventi sul nucleo famigliare».
Parlando di cifre, quanti sono in Piemonte i minori che oggi vivono fuori dal proprio nucleo famigliare?
«In Piemonte si contano 1991 minori che sono stati allontanati dalle proprie famiglie, la maggior parte dei quali potrebbe contare su parenti più o meno vicini che potrebbero occuparsene. Tale numero è al di sopra della media nazionale; tenendo, inoltre, in considerazione che da questo dato sono già espunti i 343 minori stranieri non accompagnati».
Entrando nel merito della polemica dei primi cittadini del Biellese, essi ritengono che sarebbe necessario stanziare risorse aggiuntive regionali finalizzate all’assunzione e alla formazione continua di operatori sociali e sanitari, per dare la giusta importanza al loro operato, “percepito dai cittadini come una possibilità concreta di sostegno e non come pericolo”. Cosa dice a tal proposito?
«Dico che i servizi sociali sono il nostro braccio armato e il loro operato è preziosissimo anche per l’attuazione di questo disegno di legge. Abbiamo individuato nuove risorse ad integrazione ricavate dal Fondo Sociale Europeo Plus e dal Pnrr. In particolare nel settennio 2021-2027, una quota non inferiore a 40milioni di euro è destinata alla realizzazione delle finalità della legge regionale: misure di accompagnamento, anche domiciliare, alle famiglie previste nell’ambito del Piano educativo familiare, potenziamento dell’educativa territoriale e rafforzamento degli operatori dei servizi, con particolare attenzione, per quanto riguarda questo tipo di interventi, alla figura degli educatori professionali».
Un altro punto che richiederebbe, a loro avviso, una modifica, riguarda il numero di figli che una famiglia affidataria dovrebbe avere. Oggetto di preoccupazione, in tal senso, è il ridimensionamento da 6 a 5 poiché potrebbe essere la causa di separazioni dolorose tra fratelli che, già in situazione di fragilità, rischierebbero anche l’ulteriore disagio della separazione…
«Invero, il disegno di legge pone già massima attenzione all’accoglienza delle fratrie. Pertanto si è già discusso sulla necessità di evitare separazioni ingiustificate e ciò verrà espressamente previsto nella versione emendata della legge in consiglio».
In ultimo, la loro proposta sarebbe quella di modificare leggermente il titolo della legge che da “Allontanamento 0” potrebbe diventare “Obiettivo allontanamento 0”, semplicemente per renderlo più realistico.
«Su questo punto bisognerebbe guardare la sostanza: al di là del titolo della legge, evidentemente evocativo, va sostenuto il più possibile il diritto del minore a crescere nella sua famiglia. Quest’ultima è il cuore pulsante della società, per questo è fondamentale che le istituzioni ne salvaguardino l’unità. La speranza è quella di riuscire progressivamente a ridurre gli allontanamenti, arrivando idealmente ad azzerare quelli superabili con interventi in loco. Allontanamento zero è un auspicio e la politica ha tutto il diritto di dare una visione utopica e migliorativa della società».
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