Attualità
Mio zio rischiava di morire per mancanza di assistenza
BIELLA – «Mio zio rischiava di morire per il Covid-19, non tanto per l’infezione in sé, quanto per la mancanza di assistenza a casa».
Nei giorni dell’emergenza sono tante le storie drammatiche vissute dai biellesi. Nella maggior parte dei casi, per fortuna, il sistema risponde prontamente nonostante le note difficoltà di queste settimane, in altri, invece, non tutto funziona alla perfezione. E le conseguenze possono essere tragiche.
E’ il caso dell’uomo di cui ci parla Gloria, una signora biellese: «Si tratta di mio zio – spiega -, ha 94 anni e molto probabilmente è positivo al Covid, così come la moglie, ma siamo ancora in attesa dell’esito del tampone. Il problema è che a quell’età una febbre alta è molto più difficile da affrontare e infatti lo zio ha smesso di bere e di mangiare. Aveva bisogno di una flebo, ma per oltre una settimana non ha ricevuto nemmeno una visita domiciliare».
La vicenda si è sbloccata nella giornata di martedì: «Pare che per qualche disguido dal suo dottore non fosse arrivata tempestivamente la comunicazione della sua situazione ai medici Covid – spiega la donna -. Ora per fortuna sono intervenuti. Gli hanno portato l’ossigeno e gli hanno messo una flebo. Lo monitoreranno quotidianamente».
I suoi familiari erano comprensibilmente angosciati, anche perché rischiavano di vederlo spegnersi senza poter fare nulla: «Un figlio – continua a raccontare la nipote – è positivo al Covid ed è isolato in camera, malato, l’altra figlia vive fuori provincia, la moglie invece sta a sua volta poco bene, ha novant’anni ed è poco lucida: nessuno poteva prendersi cura di lui come si deve. Avremmo rischiato di vederlo morire di fame e di sete. Insomma, morire prima ancora che per il Covid, per l’impossibilità di alimentarsi da solo a causa della febbre alta. Nessuno deve andarsene così, nessuno deve essere dimenticato».
«Le conseguenze del contagio in una persona di 94 anni purtroppo possono spesso rivelarsi letali – conclude la donna -, tutti però meritano di essere comunque curati dignitosamente. Per fortuna adesso almeno questo gli verrà garantito».
Immagine di repertorio
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