Attualità
Maria Reggio compie 103 anni: “Mai sposata, volevo essere libera”
L’intervista a Maria Reggio, la donna più longeva di Pollone nonché storica alpinista
POLLONE – Un compleanno speciale e insolito per l’ambito traguardo. L’occasione giusta, per Maria Reggio, per svelare il suo segreto: «Ho avuto anche tanta fortuna che spero mi assista ancora»
Maria Reggio, per tutti “la Maria”, ha compiuto 103 anni
Ha compiuto 103 anni Maria Reggio. La donna più longeva di Pollone è stata festeggiata domenica scorsa. Oltre ad amici e parenti erano presenti il vice sindaco Francesco Botto Poala e il presidente della Soms (Società di mutuo soccorso) Lorenzo Grosso.
Maria ha accolto tutti e con un grande sorriso ha spento la candelina, con la cifra 103, appoggiata sulla torta.
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Lucidissima malgrado la veneranda età: “Gli anni non contano, conta come li si vive”
Malgrado la sua veneranda età è ancora lucidissima e sa badare a se stessa: «Non sono gli anni che contano, ma come una persona li vive».
Una lunga esistenza che l’ha vista protagonista in molti ambiti: «Sono sempre stata una grande appassionata di montagna; ho praticato alpinismo per tutta la vita e ora con 103 anni mi limito a osservare le migliaia di fotografie scattate sulle vette. La mia città natale è Savona; sono ligure al cento per cento. Frequentai le scuole elementari ma solamente fino alla terza. La voglia di studiare non mancava, ma le palanche (i soldi nel dialetto genovese) erano poche. Mia mamma doveva mantenere tre figli, quindi non aveva le possibilità economiche per farmi studiare; io penso che la cultura si possa lo stesso avere anche senza andare tanto a scuola. Io me la sono fatta sul campo, leggendo, facendo sport e coltivando amicizie. Vivevo in casa con la mamma, mio fratello Alfredo e le mie sorelle Iolanda e Franca.
Al lavoro a 17 anni
A che età iniziò a lavorare?
Avevo 17 anni. Cominciò tutto quasi come un gioco; per fare un piacere andai a fare la baby sitter a Milly, la figlia più piccola dell’ingegner Agostino Coda. Era un noto industriale che per lavoro viveva a Vado Ligure ma le sue origini erano biellesi: del Vandorno. Da quel momento non mi mollarono più, sia Agostino sia sua moglie Bice come le figlie Chiara e Milly si affezionarono tanto a me. Ricordo che le vacanze estive e invernali le trascorrevamo tutti insieme nella loro casa al Vandorno. Un po’ per volta mi affezionai alla terra biellese e, ironia della sorte, il destino mi portò a vivere proprio qui. Era il 1942, eravamo in pieno periodo di guerra e ho ancora impressi nella mia memoria i bombardamenti; a causa di uno di quelli navali la nostra casa andò distrutta quindi grazie all’ingegner Coda ci trasferimmo a Pollone. Nel 1944 suo figlio Delfo venne fucilato dai nazifascisti. In sua memoria venne realizzato il rifugio Coda.
Dopo la guerra restò a vivere a Pollone?
No, nel ‘46 ci trasferimmo nuovamente in Liguria. Io però avevo acquistato una casetta in paese. Nel 1957 l’ingegner Coda venne a mancare a causa di un infarto e malgrado questo sua moglie Bice, le figlie e io tornavamo spesso al Vandorno. Quando venne a mancare Bice, sua figlia Chiara mi disse: “perché non vai a vivere nella tua casa di Pollone?” Ci pensai su un attimo: era una buona idea quindi accettai il consiglio.
L’amore per la montagna
Aveva accennato di essere una grande amante della montagna…
Guardi, potremmo stare qui mesi e mesi dovessi raccontare tutto. Io amo sia il mare sia la montagna. Mi tuffavo dagli scogli più alti di Savona, ma la montagna mi ha regalato momenti stupendi. Ricordo la discesa di un canale del versante francese; ero in cordata con Giovanni Antoniotti e Ludovico Sella. Fu un’impresa a dir poco ardua: sentivo l’aria che mi accarezzava la pelle a un’altezza di oltre 3000 metri. Si trattò della prima cordata, ma poi ne seguirono molte altre.
Il matrimonio? “No, volevo essere libera di andare in montagna quando e come volevo”
Non si è mai sposata?
No. Io volevo essere libera di andare in montagna come e quando volevo: con la presenza di un marito la mia vita sarebbe stata condizionata. Ricordiamoci che la libertà è la conquista dell’uomo.
Mauro Pollotti
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