Attualità
L’immagine di Giuliano che voglio tenere nel cuore
Il ricordo del collega Stefano Ceretti
Io sono nato, anagraficamente, 8 anni più tardi di lui ma professionalmente i miei primi scatti corrispondevano a quelli di un Giuliano Fighera già conosciutissimo ed affermato, già “il” Giuliano Fighera, una figura il cui saluto e il cui consenso erano già, per te novellino, un successo.
Una distanza che mai lui ha fatto pesare, a me come agli colleghi più giovani.
Mille volte ci siamo trovati in giro a documentare eventi di ogni genere e mille volte abbiamo riso, scherzato e pianto insieme; quante volte abbiamo fatto finta di litigare incontrandoci in pubblico per poi finire pochi istanti dopo in un abbraccio colmo di sorrisi come a dire a chi ci guardava timoroso “Ci siete cascati anche questa volta”, quante volte ci siamo passati dei lavori, quante volte ci siamo divertiti alle cene tra colleghi, quante volte abbiamo affrontato argomenti più seri relativi all’evolversi della nostra professione, quante volte ci siamo “protetti” a vicenda nel mantenere una posizione guadagnata insieme e a fatica per ottenere lo scatto migliore, quante volte…
Tutte “quelle” volte, che dette così sembrano un lontano ricordo, ma che non saranno mai ciò, perché sono certo che ogni volta che mi capiterà di ritrovarmi in una delle situazioni vissute spalla a spalla con Giuliano, io la sua spalla continuerò a sentirla appoggiata alla mia insieme a quella sensazione di sicurezza data dal sentirsi vicino un amico pronto ad allungarti la mano, consapevole del fatto che tu sarai pronto a fare la stessa cosa con lui.
L’ho incontrato l’ultima volta il primo giorno di dicembre, in occasione di una presentazione e gli ho scattato una fotografia mentre lui ne scattava una a me, come sempre succedeva quando facevamo finta di nulla e ci fotografavamo l’un l’altro; quella è l’immagine di Giuliano che voglio tenere nel cuore e che mi fa piacere che tutti vedano perché quella è stata l’ultima volta che ho visto i “suoi” occhi furbi e il “suo” sorriso sornione, caratteristiche che di lì a pochi giorni si sarebbero spente con il suo ingresso in ospedale… e ora siamo qui a scrivere come è andata avanti una storia il cui riassunto si è scritto in un istante, un istante che ha reso la giornata di oggi una delle più tristi.
Ciao Giuliano, non smettere mai di mettere a fuoco!
…e per dirla in modo social #giulianononsmetteremaidimettereafuoco
Stefano Ceretti
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