Attualità
Le minigonne che fanno cadere gli occhi
Il mondo della scuola che si scatena contro le minigonne mi porta indietro di oltre mezzo secolo. Eppure, in una scuola romana, una vicepreside (liceo “Socrate” alla Garbatella, a Roma) pare abbia rivolto alle ragazze dell’Istituto la richiesta di non indossare le minigonne in aula, spiegando che “ai professori poi cade l’occhio”. La sensazione è che una frase simile metta in evidenza un rattoppo assai peggiore del buco, ponendo in pessima luce il corpo docente maschile di quella scuola.
Si perché, a questo punto, il problema non è la decenza in senso lato (ammesso che la minigonna possa essere considerata indecente), né la distrazione che potrebbe derivarne tra gli studenti maschi. No, il problema sono i professori ai quali “cade l’occhio”. Oddio, è pur vero che tra i miei ricordi scolastici si annoverano anche le trasformazioni di una mia bellissima compagna di classe che ogni volta che sapeva di essere interrogata da un prof, si rifugiava in bagno.
E dopo pochi istanti, ricompariva con al posto dei jeans una gonna così succinta che faceva “ridere tutto dentro” come dice Adriano Celentano in una sua bellissima canzone. Ma sto parlando di 50 anni fa e sto parlando di un mezzuccio che in realtà, alla fine, strappava solo qualche sorriso, anche da parte dei docenti, abbastanza scafati per non fare indugiare troppo l’occhio su un paio di gambe scoperte, emblema di una moda che stava dilagando.
Il sentir parlare oggi dell’indecenza delle minigonne mi fa ringiovanire di un bel po’ di anni, così come la reazione tutto sommato simpatica delle ragazze che hanno esibito cartelli con scritto “Non è colpa nostra se gli cade l’occhio”, che per certi versi ci riporta ai primordi del femminismo di “Il corpo è mio e lo gestisco io”. Un deja vu complessivo insomma che sa più di revival anni ’60 che non di protocolli educativi e formativi degli anni 2000. Alla vicepreside romana suggerirei piuttosto di raccogliere gli occhi che cadranno ai prof e di verificarne l’appartenenza. Forse ciò le farà conoscere meglio il suo corpo docente.
Giorgio Pezzana
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