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La triste favola di Salussola

Rubrica LBCP: Trasformare una risaia in un accumulo di scorie altrui

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SALUSSOLA – Dubbi e incertezze su un’opera che sta facendo molto discutere. C’è chi sta portando avanti il progetto convinto di fare il bene della comunità, perché non siamo più negli anni 80 con le discariche tossiche che mutavano i pesci come nei Simpson e c’è chi si oppone con tutte le sue forze per preservare una zona incontaminata, ricca di tradizione e unica nel suo genere per la produzione di riso Dop.

Chi ha ragione e chi ha torto? Difficile scegliere da che parte stare se non si vive il territorio a pieno e con passione. Onestamente noi non siamo fans delle discariche, come presumiamo la maggior parte di voi, siamo anche dell’idea che ognuno si faccia i propri pozzi neri a casa propria ma allora cosa spinge un sindaco e un gruppo di imprenditori ad avvallare un tale progetto in barba alle proteste della quasi totalità dei suoi cittadini, elettori e non?

La prima cosa che viene da pensare è “il vil denaro” perché quello smuove sempre tutto, apre le menti e accantona le coscienze. Eppure ci deve essere qualcosa di più, perché un modo per tirar su due spicci lo si trova sempre.

E non necessariamente trasformando una risaia in un accumulo di scorie altrui. Argomento complesso che meriterebbe più di quattro righe su un giornale ma in fondo questo è quello che facciamo un po’ tutti, esprimiamo la nostra opinione sui social e sulla carta stampata, convinti di essere nella ragione e spesso ci si azzecca.

Le proteste non si placano, i cittadini di Salussola non molleranno, come è giusto che sia, il sindaco e i suoi sostenitori pure e dalle ultime informazioni sembra che un ricorso al Tar sia tempo perso, come dire “raga, inutile tanto perdiamo e ci tocca pure pagare gli avvocati”.

Abbiamo letto, abbiamo ascoltato, abbiamo compreso le motivazioni di chi si oppone, un po’ meno sono arrivate a noi le motivazioni di chi sostiene il progetto, avremmo tanto voluto sentire qualche parola convincente, qualcosa di più degli sterili comunicati stampa invece dobbiamo accontentarci di “no, forse, vedrete, vigileremo” … il tutto da un’auto in corsa, scappando, non dai black-bloc, ma da ragazzini e famiglie in apprensione per il futuro del territorio.

Attenti da chi scappate e chi ignorate, perché sono gli stessi che vi hanno messi dove siete ora e sicuramente avranno memoria di questi momenti anche quando si tornerà alle urne, probabilmente con i lavori già avviati se non ultimati.

La discarica serve davvero? Chi lo sa, sicuramente ignorare il proprio elettorato è servito a qualcosa, ha insegnato ai cittadini a non commettere di nuovo lo stesso errore a mandato scaduto. Chi vivrà vedrà, già, ma come vivrà?

La Biellla che piaceVa

 

 

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