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Il dolore delle famiglie dei ricoverati in ospedale: «Non mi permettono più di vedere la mia mamma»

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BIELLA – «Non posso andare in ospedale a trovare mia mamma. Non è assolutamente giusto». Queste sono le parole di Enzo Memoli, una delle tante persone che non può recarsi a fare visita ai propri cari ricoverati nell’ospedale cittadino.

Com’è noto, la direzione sanitaria dell’Asl di Biella ha comunicato che gli accessi alle degenze per visite di pazienti ricoverati nella struttura sono temporaneamente sospesi, decisione legata quasi certamente alla problematica Covid.

Enzo Memoli lamenta a gran voce quello che ritiene un suo sacrosanto diritto: sua mamma ha la necessità di incontrarlo, anche per pochi minuti solamente una volta alla settimana. La donna, è ricoverata dall’11 di febbraio nel reparto di neurologia per via di un ictus.

«Per i primi quindici giorni non ho potuto farle visita – racconta l’uomo– in seguito invece mi è stato dato un permesso dalla caposala, quindi andavo a trovare mia mamma quotidianamente, naturalmente osservando tutti i protocolli. Poi è stata trasferita in lunga degenza, dove potevo andare a farle visita solamente due volte alla settimana. Una decina di giorni fa l’ennesimo trasferimento, questa volta in neurologia. A quel punto mi è stato comunicato che per andare a farle visita avrei dovuto fare il tampone. Detto fatto: esito negativo.

Finalmente sono riuscito ad incontrarla, le ho portato delle salviette e il burro cacao. Lei non mangia e non beve da due mesi, viene alimentata con le flebo e quindi le sue labbra sono sempre asciutte e screpolate. L’ho salutata nella speranza di rivederla presto e invece, giovedì ho letto sui giornali la notizia che tutte le visite ospedaliere sono state sospese. Nessuno dell’Asl mi ha avvisato. Ho telefonato e un’infermiera mi ha detto che non avrei potuto accedere al reparto. Mia mamma ha bisogno di me. Capisco le regole, ma non mi pare logico che un figlio non possa andare a trovare la propria madre».

«Lei, quando mi vede stringe le mie mani, nelle condizioni in cui si trova – conclude – ha bisogno di sentire il mio sostegno sopratutto a livello psicologico».

 

Mauro Pollotti

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1 Commento

1 Commento

  1. Francesca

    16 Aprile 2021 at 14:45

    Concordo pienamente, in giro è pieno di gente che si fa gli affari propri, in zona rossa sembrava come se fosse un periodo normale….. nessuno più rispetta le regole e non c’è nessuno che le fa rispettare, e poi i nostri cari si ritrovano da soli e abbandonati…. questo non è giusto!!

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