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I commercianti di Biella sono sempre stati considerati una categoria di evasori

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Cari amici, se i negozi di Biella, una dopo l’altro, chiudono bottega è un segno dei tempi, ma è anche il frutto di decenni di scarsa attenzione della politica cittadina nei confronti di una categoria sempre considerata di serie B, “da punire” nel portafoglio. L’equazione ideologica commerciante=evasore fiscale è sempre stata strisciante. Il commerciante, nella testa di certa politica “ideologica” anche biellese è sempre stato un “individualista” attento solo al proprio tornaconto personale, che andava per questo punito, ostacolato anziché aiutato e alla fine spremuto come un limone da studi di settore, tasse su occupazioni di suolo pubblico, insegne in rilievo che diventavano occupazione di suolo pubblico, tende e tendoni che facendo ombra sulla strada e diventavano occupazione di suolo pubblico.
Una barzelletta tutta italica a leggersi, un tiro al bersaglio che ha creato luoghi comuni e pregiudizi verso un’intera categoria che sono duri a morire ancora oggi. Soltanto ora che la città è in declino, che le attività, anche le più tradizionali, hanno tirato giù la serranda, ci si accorge, forse, del ruolo “sociale”  fondamentale che i commercianti hanno ricoperto nel tempo. Non c’è Biella senza commercio e turismo, non c’è turismo senza commercio: questa è la verità…
Una Biella con negozi chiusi non solo al centro, con i cartelli vendesi o affittasi in evidenza, è una città fantasma che ti parla al cuore e ti racconta la sua sofferenza. Ed è impossibile non rimanerne scossi in negativo. Aggirarsi per la città, pensare a quello che era e vedere quello che è diventata fa male. Certo globalizzazione e concorrenza spietata, nuove tecnologie, nuovi stili di vita e nuove modalità di acquisto sono processi inevitabili: invece, la burocrazia medievale, le tasse e tariffe, anche le più improbabili, con intenti vessatori, una politica cittadina senza né arte né parte sul tema sono stati il classico colpo di grazia. Certo puoi usare dei palliativi come a Natale, con le zone blu dei parcheggi gratis (ottima idea ma gestita quasi in punta di piedi quasi se ne avesse timore) o con l’iniziativa di decorare le vetrine dismesse dei negozi chiusi per evitare altro disfattismo. Della serie occhio non vede, cuore non duole… Ma il problema rimane.
Per questo fa quasi sensazione leggere del sindaco di Viverone Renzo Carisio che propone “agevolazioni” di varia natura su tasse e tariffe comunali a tutti coloro che presenteranno una propria candidatura per progetti riguardanti inaugurazioni/rinnovo di attività commerciali per il territorio. Anche Gaglianico e Candelo si stanno muovendo in tal senso. Ai primi cittadini in questione un incoraggiamento anche solo per volerci provare con iniziative concrete. Biella anziché Comune capofila è, al solito, in ritardo con simulazioni, studi, verifiche e tanti bla bla. “Fai rumore” canta il giovane Diodato vincitore del festival di Sanremo. Vediamo se Biella, su questi temi, saprà fare altrettanto…
Luigi Apicella

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